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La città di Marsala continua a mostrare la sua aggressività e violenza nei confronti degli animali. In contrada Digerbato, nel pomeriggio di ieri, su segnalazione degli abitanti della zona, le volontarie animaliste, Rosa Errera ( Randagi del Sud) e Manula Canale (ENPA) vengono allertate circa l’impiccagione di un cane, il cui cadavere era già in fase di decomposizione. Giunte sul posto sono state azionate le normali procedure, giungono sul posto i Carabinieri e gli operatori del canile. Il medico veterinario dell’ASP reperibile, Antonio D’Aquila, in circostanza di avanzata decomposizione dell’animale autorizza l’Aimeri a recuperare e rimuovere la carcassa.

Un altro accadimento di immane violenza sfogata sugli animali indifesi, pagano il prezzo di una città che non viene sensibilizzata sulle tematiche animaliste e che risulta sorda agli appelli delle associazioni animaliste.
Le volontarie animaliste, tutte, hanno chiesto, più volte, un incontro con il sindaco, Alberto Di Girolamo, mai avvenuto. In vari quartieri della città le azioni di violenza e criminose si sono verificate nel silenzio delle istituzioni che non hanno, ancora, messo in atto un’azione forte.
A pagare sono sempre gli indifesi, pagano il prezzo di una vita da randagi, senza colpa, senza volerlo, vittime di un sistema che non ha attivato i canali di una serrata lotta al randagismo, che non ha sperimentato la via dell’adozione consapevole.

Tutto viene delegato alle associazioni, a loro, sbagliando, viene assegnato il ruolo che compete alle istituzioni. Sole, le associazioni, nel soccorrere i cuccioli, i cani feriti, i cani oggetto di sevizie e violenza. Le associazioni danno lo stallo necessario, con la speranza di una celere adozione in una famiglia, che sappia donare e godere del privilegio di un amico domestico. Spesso l’adozione non arriva, l’associazione continuerà ad avere cura, a proprie spese, di quel cane.
E’ la storia che si ripete, un altro vile atto, ad opera di balordi, che hanno sfogato le loro frustrazioni su un cane che avrà avuto, forse, la colpa di chiedere cibo e acqua. La stessa contrada, nel mese di gennaio scorso, aveva fatto già parlare di se per il ritrovamento di altri due cani torturati ed uccisi. Uno strangolato, l’altro con il cranio fracassato.

L’azione si è ripetuta nell’ultima settimana, tutto ciclicamente si consuma sulla pelle degli animali nel silenzio assurdo e vigliacco di una incapace classe politica che è più avvezza a spartire poltrone che a sensibilizzare una città violenta e aggressiva.
Stanche e addolorate le volontarie: “Ci auguriamo visti gli ultimi casi che l’Amministrazione decida almeno di organizzare la famosa riunione che da mesi aspettiamo”.
 

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