La Corte di Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 28.02.2017 a carico di un veterinario della provincia di Pavia per gravi reati: uccisione e maltrattamento di animali e violenza sessuale.

Tre anni e un mese di reclusione la pena complessiva inflitta. Nel dettaglio: un anno  e tre mesi di reclusione per i reati di uccisione e maltrattamento di animali e un anno e dieci mesi di reclusione per i reati di maltrattamenti e molestie sessuali, oltre al risarcimento a favore delle parti civili tra cui la LAV. 

E non solo, poiché a partire dal 17 giugno 2015 il veterinario è stato cancellato dall’Albo per radiazione, un provvedimento così grave che preclude di poter esercitare la professione per tutta la vita. 

Il veterinario era finito a processo dopo l’indagine – condotta nei suoi ambulatori di Santa Maria della Versa (Pavia) e di Borgonovo Val Tidone (Piacenza) – dalla quale erano risultate sevizie inenarrabili: privazione di acqua e cibo a cani e gatti in degenza, mancata somministrazione di antidolorifici ad animali sofferenti, interventi chirurgici con dosi di anestesia insufficienti, gatti presi a calci e lanciati contro il muro, cuccioli di cane e gatto uccisi dentro sacchetti della spazzatura, animali malati terminali chiusi direttamente nel congelatore, un gatto ucciso a colpi di martello.

“Ci auguriamo che tutti gli Ordini dei Medici Veterinari seguano il positivo esempio di quello di Pavia che ha dimostrato, in questo caso, attenzione alla rispettabilità della professione, alla correttezza degli iscritti e alla tutela degli animali”, dichiara Ilaria Innocenti, responsabile LAV area Animali Familiari.

Ringraziamo l’avvocato Patricia Fischioni del Foro di Roma per l’assistenza legale fornita.

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