È notizia di oggi quella della conclusione, con la denuncia a piede libero di due individui, delle indagini dei Carabinieri Forestali di Rimini sulla feroce uccisione di un lupo ritrovato impiccato alla pensilina della fermata dell’autobus a Coriano lo scorso novembre.

In base a quanto riportato dalla stampa, secondo gli inquirenti dell’Arma, il movente sarebbe da ricercare negli assalti subìti alle greggi dei proprietari dell’azienda agricola, che si sarebbero voluti fare giustizia da soli.

In occasione del ritrovamento del corpo dell’animale, eravamo intervenuti denunciando la gravità dell’accaduto – l’ultimo episodio di una vera e propria “caccia alle streghe” contro i lupi – e sollecitando una tempestiva e decisa presa di posizione ed assunzione di responsabilità, da parte del Ministero dell’Ambiente.

Oggi, i nostri complimenti vanno alla Procura della Repubblica di Rimini e ai Carabinieri Forestali che, grazie al loro impegno, sono riusciti a individuare i presunti responsabili di un atto così efferato e crudele. Mentre dobbiamo ancora una volta constatare la totale assenza del Ministero dell’Ambiente che su un fatto così grave non ha colto l’opportunità di condannare pubblicamente il fenomeno del bracconaggio.

“La LAV si costituirà parte civile nel processo che si aprirà nei confronti dei due presunti responsabili – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – chiediamo che anche il Ministero dell’Ambiente partecipi al procedimento giudiziario, così da dare un chiaro segnale dell’impegno istituzionale nel contrasto al bracconaggio. I lupi rappresentano per Legge un patrimonio dello Stato, cioè di tutti i cittadini e il Ministero dell’Ambiente non può limitarsi a fare solo la conta dei circa 300 animali uccisi ogni anno!”.

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