Sono passati solo cinque mesi da quando il Presidente Zaia si è pronunciato chiaramente contro ogni ipotesi di uccisione dei lupi determinando così, insieme a quasi tutte le altre Regioni, l’accantonamento del Piano Nazionale di Gestione del Lupo.

Ora, in evidente contraddizione, vuole intervenire sulle competenze statali con la ricetta veneta per derogare al regime di protezione del lupo imposto dalle direttive comunitarie, un pasticcio istituzionale nel quale i lupi saranno condannati all’ergastolo, un vero e proprio maltrattamento per animali abituati a percorre centinaia di chilometri, contro il quale vigileremo anche rivolgendoci alle Procure per ipotesi di violazione dell’art.544ter del codice penale.

Una proposta ridicola e irrealizzabile la soluzione individuata dalla Regione Veneto al problema della conflittualità tra la presenza del lupo e le attività umane sul territorio. Un grave atto di schizofrenia politica e miopia ambientale, la cattura e successiva custodia in recinto dei pochi lupi presenti in Veneto è un’azione che non porterà alcuna riduzione nella presenza dei lupi. E l’esperienza degli orsi in Trentino lo conferma: nonostante gli orsi uccisi, volontariamente dal bracconaggio, involontariamente dalla circolazione stradale, oppure catturati e rinchiusi, la loro presenza sul territorio continua comunque a essere stabile.

Oramai il lupo è tornato a popolare le zone più accoglienti della Regione, se anche i 16 esemplari fossero tutti catturati e rimossi, in un breve periodo sarebbero sostituiti da altri animali che oggi se ne stanno alla larga perché i territori sono già occupati.

“L’assessorato alla caccia tenta di nascondere le proprie inefficienze creando una cortina fumogena fatta di soluzioni non solo inapplicabili, ma del tutto inefficaci. – aggiunge la LAV – Meglio avrebbe fatto a predisporre per tempo le recinzioni a difesa del territorio, prima dell’arrivo degli animali al pascolo. Invece ha atteso la fine di maggio per pubblicare il bando per la ricerca dei fornitori delle recinzioni, un colpevole ritardo che produce gli effetti oggi sotto gli occhi di tutti”.

E’ necessario che la Regione intervenga con forza per fornire gli allevatori dei migliori metodi di prevenzione. Nel contempo deve dare diffusione all’informazione scientifica, mettendo a tacere quei media locali che ancora oggi continuano a parlare di lupi divulgando disinformazione e paure ingiustificate tra i cittadini.

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