È opportuno che gli Stati membri, con la partecipazione attiva degli operatori del settore, svolgano un’attività di monitoraggio della presenza di Nichel nei mangimi.
E’ la Raccomandazione della Commissione Europea  “prima di considerare se debbano essere stabiliti livelli massimi di Ni (Nichel) nei mangimi o se debbano essere adottate altre misure di gestione del rischio necessarie a garantire un livello elevato di tutela della salute umana e animale”.
La Raccomandazione è tesa a garantire che i campioni siano rappresentativi della partita sottoposta a campionamento, pertanto gli Stati membri sono invitati a seguire la procedura di campionamento prevista dal Regolamento (CE) n. 152/2009.

Secondo la Commissione, gli Stati membri dovrebbero garantire che i risultati delle analisi siano forniti all’EFSA periodicamente e al più tardi entro il 31 ottobre 2017 nel formato di trasmissione dei dati dell’EFSA stessa, conformemente alle prescrizioni della Guidance on Standard Sample Description (SSD) for Food and Feed [Linee guida riguardanti la descrizione standard dei campioni (SSD) per i prodotti alimentari e i mangimi].

Il parere EFSA sul Nichel nei mangimi- La presenza di nichel (Ni) nei mangimi può originare da fonti sia naturali sia antropiche. Alcune materie prime per mangimi contengono inoltre nichel metallico, utilizzato come catalizzatore nella loro produzione. Il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (gruppo CONTAM) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare  ha fornito un parere scientifico sui rischi per la salute pubblica e degli animali e per l’ambiente legati alla presenza di Ni nei mangimi.
Il gruppo CONTAM ha concluso che sono improbabili ripercussioni negative dovute al Ni contenuto nei mangimi per bovini, suini, conigli, anatre, pesci, cani, polli, cavalli, ovini, caprini e gatti.

Valutazione dei rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di Ni negli alimenti di origine animale – Al riguardo, il gruppo CONTAM ha concluso che, considerando solo gli alimenti di origine animale, gli attuali livelli di esposizione cronica al Ni della popolazione media potrebbero costituire motivo di preoccupazione nella popolazione giovane. Quanto all’esposizione alimentare acuta, il gruppo CONTAM ha concluso che gli individui sensibili al nichel sono anche soggetti al rischio di insorgenza di reazioni cutanee eczematose acute dovute al consumo di alimenti di origine animale. Il contributo degli alimenti di origine animale all’esposizione alimentare umana al Ni non dovrebbe pertanto essere sottovalutato, in particolare nelle fasce d’età con un’elevata esposizione alimentare a tale elemento. In base ai dati disponibili non è stato tuttavia possibile determinare i tassi di riporto dai mangimi agli alimenti di origine animale.

Monitoraggio esteso- I dati sull’occorrenza del Ni nei mangimi utilizzati nel parere scientifico dell’EFSA derivavano principalmente da un solo Stato membro e non sono pertanto necessariamente rappresentativi della presenza di Ni nei mangimi in tutta l’UE. Pertanto la Commissione ha ritenuto opportuno monitorare la presenza di Ni nei mangimi in tutta l’UE prima di considerare se debbano essere stabiliti livelli massimi di Ni nei mangimi o se debbano essere adottate altre misure di gestione del rischio necessarie a garantire un livello elevato di tutela della salute umana e animale.

RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE del 28 giugno 2016 sul monitoraggio della presenza di nichel nei mangimi

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