La vicenda del cane recuperato dall’elicottero del Soccorso Alpino al Passo Miller, nel gruppo dell’Adamello, costituisce un caso di scuola quanto mai interessante e non stupisce che stia facendo animatamente discutere il popolo di Facebook. Il primo dato da prendere in considerazione è il fatto stesso che se ne discuta. Perché ci si chiede se sia giusto o sbagliato soccorrere un cane? Perché evidentemente nella nostra società la cultura animalista ha fatto dei progressi e tutta una parte dell’opinione pubblica ritiene che le distanze tra uomini e animali, se non proprio cancellate, si siano notevolmente accorciate. Molti auspicherebbero anche che il sistema cambiasse le sue regole, corrispondendo alle loro generose convinzioni, ma evidentemente non può essere così. C’è sempre uno scarto cronologico tra il mutare dell’etica o del costume sociale e il suo recepimento da parte delle istituzioni. Al momento il sistema del soccorso non è ancora basato sull’uguaglianza tra uomini e animali, allo stesso modo in cui non sono previste né le ambulanze, né la mutua per i cani. È giusto discuterne con gli animalisti, ma la situazione odierna, pur con tutto l’amore e la riconoscenza che in particolare possiamo nutrire per specie come i cani, continua a discriminare tra uomini e animali. Oggi lo Stato, cioè tutti noi, si accolla dei costi tutt’altro che indifferenti per salvare le persone, mentre il recupero dei cani non è previsto. È evidente che non si può pretendere di modificare i parametri sulla base dei casi personali. I parametri si cambiano in altre sedi, sviluppando una pressione a livello sociale, affinché la nuova cultura animalista possa essere sdoganata, accolta dalla maggioranza e riconosciuta anche sul piano istituzionale. Nell’attesa spetta ai padroni vegliare sul benessere dei loro compagni a quattro zampe, sapendo che, se li portano in montagna, lo fanno a loro esclusivo rischio, assumendosi saggiamente le responsabilità che quel gesto comporta e senza pretendere di scaricare sul sociale loro eventuali inadempienze. Il comunicato del Soccorso Alpino andrebbe meditato di là dal caso del cane al Passo Miller. L’elicottero con la sua squadra di specialisti costituiscono risorse preziose per la comunità. E uso preziose sia nel senso di cruciali, sia nel senso di molto costose. Nessuno deve scambiarle per un servizio di elitaxi, perché ci sono emergenze reali, dalle quali per nessuna ragione uomini e mezzi possono venire distolti. Chiedere che gli interventi non legati a reali emergenze vengano pagati è, insieme all’educazione responsabile, uno dei modi in cui la società civile difende la funzione per cui il servizio è stato istituito.

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