gazzettino 1 novembre 2016I focolai sono già 234. L’efficacia dei controlli “dipende anche dalle risorse messe in campo e dai relativi modelli organizzativi gestionali adottati.
Un comunicato stampa degli Ordini del Veneto (FROV) denuncia: “il dilagare della Lingua Blu è anche dovuto al ridimensionamento della Veterinaria Pubblica Regionale”.

I nodi arrivano al pettine– Lo scatenarsi di un’epidemia di questa portata (234 i focolai di Blue Tongue registrati negli allevamenti di ruminanti domestici in Veneto) dimostra- scrive la FROV che “l’efficacia dei controlli dipende anche dalle risorse messe in campo e dai relativi modelli organizzativi gestionali adottati. E qui arrivano i nodi al pettine, perché negli ultimi anni la Regione Veneto, per scelte politiche, ha sensibilmente ridimensionato la veterinaria pubblica, riducendo gli organici e le strutture complesse di riferimento, di conseguenza indebolendo la struttura di regia regionale”.

Gli Ordini del Veneto fanno inoltre notare che “sono mancati il riconoscimento ed il coordinamento dei veterinari aziendali e la consueta istituzione di un tavolo di lavoro che includesse gli ordini professionali nelle discussioni e nelle misure atte al corretto e tempestivo sviluppo della campagna vaccinale”. Per esperienza professionale “i medici veterinari sanno con certezza che le malattie infettive – contagiose o meno – non aspettano e sono lì sulla porta, pronte a devastare il patrimonio zootecnico che con tanta fatica, i nostri allevatori hanno costruito in lunghi anni”.

Amministratori regionali ascoltino di più la veterinaria- La categoria dei veterinari “ha sempre segnalato alla classe politica le gravi criticità che hanno caratterizzato la Veterinaria Pubblica e Privata in questi anni”- prosegue il comunicato della FROV che adesso chiede  agli Amministratori del Veneto “di prestare più attenzione alle richieste di collaborazione che la professione veterinaria pubblica e privata lancia, considerando l’attuale situazione epidemiologia in Veneto, dove oltre alla Blue Tongue, aleggia il potenziale pericolo rappresentate da altre malattie virali, quali la West Nile e la Lumpy Skin Disease. A dimostrazione – conclude la nota- che non si deve mai abbassare la guardia”.

Il comunicato – a cura di Osvaldo Parolin e Giuseppe Favaro, rispettivamente Responsabile della Commissione Animali da Reddito e Vice-Responsabile della Commissione Sanità Pubblica della FROV- è subito rimbalzato sulla stampa locale. La Direzione della Prevenzione Veterinaria della Regione  ricorda che il 28 ottobre il Ministero della Salute ha approvato il piano vaccinale regionale che prevede l’obbligo di vaccinare tutti gli animali delle specie sensibili.

“Il ridimensionamento dell’assetto regionale ricade anche sul Servizio Veterinario del Veneto – dichiara il presidente della FROV Lamberto Barzon– struttura fondamentale di cui le recenti scelte politico-organizzative, comprimendo l’assetto della Veterinaria pubblica regionale, non hanno compreso il ruolo “.

Nei giorni scorsi anche il Sindacato dei veterinari di medicina pubblica ha chiesto un incontro urgente al presidente del Veneto, Luca Zaia e all’assessore alla Sanità, Coletto. La richiesta è stata accelerata dalla mole di attività e di controlli straordinari cui devono far fronte i servizi veterinari delle Ulss a seguito dell’epidemia di Lingua blu in Veneto, dichiarato dal ministero della Salute interamente zona di restrizione.

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