E’ reato. E’ reato e ancora reato. Anzi, sono due i reati che vengono commessi contro i cani (ma anche contro i gatti) al sopraggiungere dell’estate, quando i nasi, chissà perché, si fanno più sensibili e le coscienze più spregiudicate. Intendiamoci, un proprietario di cane va educato, se porta il proprio amico a quattro zampe a far pipì contro la finestra di un basso o contro la porta di un negozio. Bisogna però ricordarsi che un cane non può redarguire il proprio umano, quindi dobbiamo farlo noi, e senza paura, anche se dovessimo trovarci di fronte un gigante tatuato con un cane ringhiante al seguito.

Per ovviare, si diffonde un  uso dissennato: spargere al suo, davanti alla propria porta di casa, al portone, sulla soglia del negozio, polvere bianca, che o è insetticida per le formiche o comunque un antiparassitario, quindi è veleno. Chi lo fa non conosce il codice penale. E non sa neppure che quando piove o quando la signora affianco svuota la bottiglia per togliere il fastidio della polvere bianca che borotalco non è e che sotto le scarpe si porta in casa, dove gattonano neonati e camminano gatti o cani padronali, la polvere finisce nella falda acquifera. Reato di inquinamento.

La beviamo, chissà se questo il persecutore strenuo dei cani lo capisce. Intanto però una buona norma: i cani non fanno pipì laddove possono bere. In quanto esseri molto civili, a differenza dell’uomo sanno bene che non si inquina ciò che poi va ingerito. Che non ci si deve avvelenare da soli. La loro specie questo non lo fa mai. Ed ecco che, come ha fatto una benemerita ditta di abbigliamento in via Toledo, le ciotole dell’acqua hanno eliminato il fastidio della zampetta alzata.

C’è un ma: se non si pulisce bene l’oggetto del desiderio, ossia il muro, il portone, la porta, la vetrata, quello che sia, del cane di passaggio, non serve a niente mettere tutte le ciotole del mondo. Pulire significa sovrapporre una sostanza il cui odore copra o elimini quello del cane, e basta dell’aceto, che non inquina e non uccide nessuno.  Dotatevi di ciotole invece che arricchire i negozi che vendono veleni e farete l’utile e il dilettevole, senza fare altri danni. Ne abbiamo già abbastanza nell’ambiente in cui viviamo.

E veniamo al secondo punto: arriva il caldo, il cane fa cattivo odore in casa, oltre che distruzione se nessuno lo porta fuori o lo ha educato rivolgendosi a esperti. E allora che si fa? Come al solito la soluzione più semplice è anche la più becera. Lo si mette fuori sul balcone o sul terrazzo. Che c’è di meglio per un cane che stare al fresco o al sole, da solo, senza nulla e nessuno con cui giocare? Be’, molte cose. Il cane è l’essere più sociale che c’è.

Lasciatelo solo e lo farete il più infelice della terra. Potevate pensarci prima e prendervi un gatto, che è più autonomo in genere. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, ricordate. Quindi: niente cani al sole, niente cani al vento, niente cani da soli e soprattutto niente cani stressati a guardare giù tutto quello che passa e a urlargli contro. Se insistete vi frutterà una denuncia: perché le ciotole volano sempre, quando il cane è agitato, quindi lasciarlo senz’acqua e senza cibo oltre che senza riparo è reato di maltrattamento, tanto per incominciare. E una seconda denuncia per disturbo della quiete pubblica non

ve la toglierà nessuno. Ricordate che ora si filma tutto con i cellulari, anche l’audio, e misurare i decibel non è difficile.

A Napoli il Garante diritti animali sta inoltrando tutte le segnalazioni di veleni (v. anche su Facebook il gruppo No ai veleni su suolo pubblico) e di cani in balcone alla polizia municipale. La squadra diretta dal capitano Enrico Del Gaudio non risparmierà sanzioni a nessuno, lo sta già facendo. Perciò, attenzione.

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