BOLZANO. «Ho paura dei cani perchè un cane mi ha morso quando ero bambino». E´una frase ricorrente tra le persone che temono i cani, ma non mi è mai capitato di sentirla pronunciare da chi convive con essi, anche se reduce da esperienze negative analoghe.Così come non ho mai incontrato nessuno che manifestasse il terrore nei confronti delle persone, a causa di una sberla ricevuta quando era bambino da parte di un altro essere umano.Un’esperienza negativa ha il suo valore, ma il problema si risolve nella capacità e nella possibilità di elaborarla e comprenderla. Quando ci sono confidenza, conoscenza ed esperienza comune, diventa facile circoscrivere l’episodio negativo a quella specifica situazione, a quel cane o a quella persona. Al contrario, quando ci si confronta con l’ignoto, l’esperienza negativa apre le porte ad una paura generalizzata ed irrazionale. Spesso la mancanza di conoscenza e di esperienza risultano più determinanti e condizionanti dell’esperienza negativa in se stessa.Ai cani succede più o meno la stessa cosa.Le fasi sensibili sono specifici periodi della crescita dei cani, in cui sono predisposti, attraverso le corrette esperienze, ad acquisire conoscenze fondamentali per lo sviluppo e la formazione dei comportamenti futuri.La fase dell’ “imprinting”, ad esempio, che va all´incirca dalla quarta alla settima settimana di vita, è il periodo del riconoscimento di appartenenza alla specie. Significa che, venire a contatto con i cani in questo periodo, da parte degli esseri umani, diventa fondamentale per essere inglobati da loro in un riconoscimento di co-appartenenza alla specie e quindi di familiarità.Questa mancata esperienza determina uno dei problemi che possiamo incontrare in alcuni cani provenienti da zone dove è ancora diffuso il randagismo, dove molti cuccioli nascono in luoghi nascosti e protetti, entrando in contatto con l´uomo solo nel periodo successivo a quello citato.Sono solitamente cani schivi e diffidenti nei confronti delle persone, che necessitano di un percorso di adattamento alla gente e al contesto urbano, spesso più lungo ed impegnativo rispetto ad altri cani che vengono da esperienze di maltrattamenti ma hanno avuto uno sviluppo ed una crescita a contatto con l’uomo.Di fronte ad un cane pauroso e diffidente nei confronti degli esseri umani, tanto più se sappiamo essere reduce da un’“infanzia difficile”, tendiamo istintivamente a ricondurre i suoi problemi alle presunte o reali esperienze negative del suo difficile vissuto. Non è sempre così.Alcuni cani sono caratterialmente (dote genetica ) timidi e poco socievoli e questo non ha relazione con il loro vissuto.Altri, come dicevo, hanno mancato le esperienze di relazionecon l’uomo nei periodi preposti e il loro comportamento nei nostri confronti è perciò condizionato dall’ignoranza.La stessa ignoranza (nel suo significato primario di ignorare) che condiziona il comportamento di chi ha una generalizzata paura dei cani.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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