Animali domestici, per la LAV non devono essere considerati ‘beni di lusso’

Animali domestici, i costi per il loro mantenimento sono eccessivi secondo la LAV. Questo scatena una serie di problematiche.

Oggi e domani la LAV organizza due giornate nazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni governative su un tema importante. Ovvero “Vivere con un animale domestico non deve rappresentare un lusso“. Il riferimento è agli alti costi che bisogna sostenere nel caso in cui si abbiano dei quattrozampe – od altri esserini – a casa. Ed anche il 17 ed il 18 marzo si scenderà in piazza per chiedere la stessa cosa. La Lega Anti Vivisezione promuove degli incontri in piazza con lo scopo di raccogliere firme per questo intento. Una apposita indagine Eurispes mostra un dato significativo. In base allo stesso, il 32,4% degli italiani possiede animali domestici nella propria abitazione.

Un dato che può essere considerato sostanzialmente elevato. Se non fosse che nel 2016 la percentuale era del 42%. È diminuito anche il numero di cani adottati, da 36.214 a 33.166, con un -8,6%. Ha influito negativamente in ciò anche il ridotto potere d’acquisto. In tal modo prendersi cura di animali domestici è diventato più difficile. Basti pensare tra le tante cose che acquistare dei medicinali per animali comporta spesso un esborso più alto rispetto all’acquisto di farmaci destinati ad uso umano. Una cosa che a volte avviene in maniera non giustificata. E che scoraggia i proprietari di animali domestici a desistere dal portare avanti una terapia anche in casi necessari.

Animali domestici, i costi sono immotivatamente alti

La LAV ha scritto una nota sui propri canali web ufficiali. “LAV sarà in piazza con una petizione per chiedere alcuni passi concreti per gli animali e in sostegno di tutti i cittadini che ne hanno accolto uno o più nella propria famiglia: un gesto d’amore e di responsabilità che fa bene agli animali, alle persone, alla collettività”. La Lega Anti Vivisezione chiede nello specifico che venga cancellata l’aliquota IVA per le visite veterinarie ad animali adottati. E che venga diminuita quella per animali domestici. Al momento l’IVA è pari al 22%, come si applica ai beni di lusso. Gli alti costi rappresentano un problema anche per enti locali, servizio veterinario pubblico ed associazioni animaliste. Tutti loro si trovano a dover fare i conti con gli effetti collaterali legati a questa problematica. Una su tutte l’abbandono degli animali con conseguente aumento del randagismo.

A.P.

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