Martedì, 03 Novembre 2015 15:33

latte in venditaPercezione dei consumatori: etichette e standard di sicurezza sono i principali fattori che esprimono il concetto di legalità della filiera alimentare.
Lo dice una indagine svolta dall’Osservatorio permanente sulla Filiera italiana del Latte “Mangiar Sano, Filiera Italiana”, che ha coinvolto 1.021 cittadini italiani.
In cima alle attenzioni dei consumatori ci sono l’indicazione dell’origine delle materie prime (95%) e il rispetto degli standard di sicurezza alimentare (94%). Seguono il luogo di trasformazione (91%), l’aderenza a standard di rispetto e tutela dei lavoratori impiegati nella filiera (48%) e la presenza del marchio registrato (42%).

“Mangiar sano, filiera italiana” è un ente nato a settembre del 2014, in vista di EXPO, e vede le partecipazioni delle principali associazioni di consumatori (Adoc, Federconsumatori, Cittadinanzattiva e Movimento Consumatori) con Granarolo e il Ministero delle Politiche agricole e forestali. Al termine dell’Esposizione Universale arrivano i risultati di una indagine sui bisogni informativi dei consumatori che svelano luci ed ombre sulle conoscenze e le percezioni.

“I risultati dell’indagine mettono in luce il valore della qualità della materia prima e di come questa sia percepita importante dai consumatori italiani nella produzione di un prodotto alimentare – ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo –. Emerge la necessità di importanti sforzi per informare i consumatori sulla filiera produttiva italiana, la conoscenza degli aspetti nutrizionali e della sicurezza alimentare attraverso un lavoro congiunto di tutti, in primis istituzioni, mondo associativo e industria alimentare, come negli obiettivi dell’Osservatorio che abbiamo costituito”.

Il consumatore sa ma non conosce– Il 95% del campione giudica importanti le etichette ma, ciononostante, solo il 18% le legge integralmente, concentrandosi su data di scadenza (63%), ingredienti (50%), loro provenienza (49%) ed eventuali presenze di sostanze dannose (37%).
Quasi la totalità degli interpellati (95%) conosce il significato di almeno una delle più comuni certificazioni europee in materia agroalimentare (Dop, Doc, Igt, Docg), ma se si chiede di specificarne la differenza sopraggiunge qualche difficoltà, a esclusione della sigla Doc, in assoluto la più nota.

Passando a considerare, più nello specifico, le etichette dei prodotti lattiero-caseari, cinque intervistati su sei prestano attenzione alle informazioni in esse contenute. Per l’84% sono interessati principalmente alla data di scadenza, al luogo di origine delle materie prime (61%), all’elenco degli ingredienti (57%) e alle modalità di conservazione (52%), e circa la metà ritiene importante il luogo di trasformazione e confezionamento (45%).

È un buon 52% a conoscere la differenza tra latte standard e latte di alta qualità, mentre nessun intervistato conosce il significato della dicitura “leggero/light”, che in base al Reg. CE n. 1924/06 identifica un prodotto con il 30% in meno di grassi rispetto al prodotto di riferimento. Sono invece in pochi (il 29%) a conoscere il significato di “Yogurt Con” (con aggiunta di altri prodotti), e solo la metà sa dire con certezza la differenza tra data di scadenza e termine ultimo minimo di conservazione, quello, cioè, superato il quale il prodotto può ancora essere consumato, nonostante si siano modificate alcune caratteristiche organolettiche.

In generale, una delle maggiori esigenze espresse è la trasparenza riguardo la provenienza. Circa la metà degli intervistati non conosce il significato di “prodotto in Italia”, vale a dire trasformato in Italia e prodotto non necessariamente con materie prime italiane. Tanto che una percentuale non trascurabile (31%) ritiene erroneamente che la dicitura si riferisca all’origine italiana delle materie prime. È comunque il 96% degli interpellati a ritenere importante un prodotto realizzato con materie prime nostrane e il 73% è addirittura disposto a spendere di più per avere la certezza dell’origine e della provenienza italiana.

Indagine conoscitiva sui bisogni informativi dei consumatori italiani

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