Mercoledì, 02 Marzo 2016 15:36

autovelox e multe illegittimeMultata dalla polizia malgrado l’urgenza di raggiungere la clinica, scrive al giornale locale: l’intelligenza arrivi dove non arriva la burocrazia.

Il caso riguarda una veterinaria che dopo essere stata multata per raggiungere un paziente in emergenza si è sentita rispondere dai vigili: «Non è un cristiano, ma un cane». Il caso ripropone l’esigenza di una modifica al Codice della Strada, stante il riconoscimento dello “stato di necessità” per l’animale ma solo se l’animale da soccorrere è a bordo del veicolo in corsa.
Sull’applicabilità dell’esimente anche la giurisprudenza si è espressa in modo difforme, talvolta non riconoscendo l’applicabilità dell’esimente: nel 2008 dando ragione al Ministero dell’Interno la Suprema Corte ha sentenziato (Sentenza n. 22365/2008)  su un caso analogo che l’esimente dello ‘stato di necessita” si può applicare solo per “gli esseri umani” e non per “qualunque essere vivente, inclusi gli animali”. Dopo la riforma del Codice della Strada, sono state sempre più numerose le vittorie dei medici veterinari che si sono rivolti, con successo, al Giudice di Pace per l’annullamento della multa per eccesso di velocità.

La lettera
«Sono una veterinaria che esercita a Brusaporto. La mia struttura ha un parcheggio antistante per il quale io avrei un regolare pass, che purtroppo per motivi organizzativi (orari d’ufficio) né io né il mio socio eravamo ancora stati in grado di ritirare».
«Settimana scorsa sono arrivata in clinica di gran fretta perché c’era una urgenza, non trovando posto ho parcheggiato comunque negli spazi riservati. All’uscita dal lavoro ho trovato una multa. Quando ho incrociato i vigili ho fatto presente la situazione e mi è stato risposto: “Urgenza? Un conto se si trattava di un cristiano, ma per un cane!”».
«Tralasciando lo sgomento per questa frase e pensando di trovarmi di fronte ad una triste eccezione, mi sono recata al comando dove sostanzialmente mi è stato fatto intendere lo stesso. Sono stata altresì invitata a presentare pure ricorso, avvisandomi che quest’ultimo mi sarebbe costato ben più della multa stessa».
«Fortunatamente la mole di lavoro non mi consente perdite di tempo, ma mi pare sia il caso di farne una questione di principio. Nel 2016 le campagne in favore degli animali sono fortunatamente molto diffuse e c’è molta sensibilizzazione in tal senso, ma a quanto pare questo non riguarda i vigili dei Colli. A loro avviso dunque io avrei dovuto cadere in una omissione di soccorso a danno del mio paziente (senza pensare al fatto che in tutto questo loro avevano in mano il mio permesso timbrato e firmato). Ricordo che la corte di Cassazione si è già più volte espressa in favore dei veterinari in circostanze analoghe».
«Laddove non arriva una burocrazia paludosa – conclude la veterinaria – forse potrebbero arrivare l’intelligenza e la sensibilità umana. Grazie per l’attenzione». (fonte)

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