macellaz equinaRidurre l’impatto economico. Fiesa Confesercenti, Gruppo Italiano Carni Equine e Uniceb chiedono “un modello di controlli a campione efficace e razionale”.
Le tre sigle hanno firmato una nota congiunta per il Ministero della Salute in cui fanno notare alcune criticità del Piano Nazionale per la Sorveglianza dell’AIE e suggeriscono modifiche.
Le Associazioni di Settore condividono “lo spirito della norma”, ma ritengono necessario puntualizzare alcuni aspetti critici, riassumibili in quattro punti.

1) Il Piano Nazionale approvato dal Ministero reca il divieto per i proprietari o detentori di movimentare ogni eventuale equide non ancora sottoposto a sorveglianza, fermo restando l’onere di rendere disponibili gli esemplari suscettibili di controllo veterinario, provvedendo al loro contenimento ancorché tenuti allo stato brado.
2) Il proprietario o detentore dovrà sostenere i costi del campionamento e accertare che il servizio veterinario ASL riporti correttamente l’esito e la data delle singole prove diagnostiche sul documento d’identificazione dell’equide. 
3) Gli equidi saranno assoggettati in ogni caso ad un controllo periodico, con cadenza annuale, con ulteriori aggravi economici e logistici in caso di animali dichiarati sospetti.
4) L’obbligo di esecuzione di test per AIE nei confronti di tutti gli equidi, in sede di macellazione, nati ed allevati in Italia.

Alla luce delle considerazioni evidenziate le tre Associazioni segnalano che “il Decreto introduce una serie rilevante di novità che aggraveranno le attività e i costi sostenuti dalle Aziende del settore, oltre a ricoprire di nuovi oneri burocratici la filiera e gli operatori sanitari” e delinea “una discriminazione evidente tra i cavalli nazionali e quelli importati, a vantaggio di questi ultimi; con un altro danno al comparto nazionale degli equidi, rappresentando un ulteriore penalizzazione per l’allevamento italiano”.

Per questi motivi le Associazioni chiedono “la possibilità, nel rispetto delle esigenze di carattere epidemiologico, di rivedere il punto 4 dell’allegato 1, a vantaggio di un campione rappresentativo. Ciò potrebbe ridurre- concludono-  l’impatto economico gravante sul proprietario o detentore con benefici per una filiera già oggi in forte crisi e soggetta a continui attacchi mediatici.”

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