Giovedì, 23 Luglio 2015 13:17

airc ricerca cancro logo 2‘Si può scegliere di diventare vegani, ma al momento non vi sono prove che ciò sia utile o benefico dal punto di vista della salute’.
E’ la conclusione di una analisi critica pubblicata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) su The China Study, la monumentale opera editoriale sulla nutrizione che è diventata anche e-shop, tour, gadgets e molto altro, sotto lo slogan “La rivoluzione delle forchette”.

L’articolo dell’AIRC compendia i pareri della comunità scientifica su The China Study, giudicato “inattendibile”, in quanto “non vi sono studi a favore di una dieta che elimini totalmente le proteine di origine animale, in particolare i latticini”.  Il libro di T.Colin Campbell, invece, mette sotto accusa  la carne, i latticini e i grassi di origine animale, sulla base di un metodo di indagine- spiega l’AIRC-  che finisce per collegare cause ed effetti mediante ‘inferenze’, legami solo apparenti che gli “studi epidemiologici rigorosi” scartano. In altre parole, le conclusioni del China Study sono un mix di dati corretti e dati fantasiosi.

Il caso più eclatante, ravvisato dall’AIRC, è  quello della caseina, la proteina contenuta nel latte e nei formaggi. Sulla base dei dati del China Study e del fatto che i cinesi consumano pochissimi latticini, Campbell ha dedotto che i latticini sono cancerogeni, trascurando altri studi e fattori. “Questo è solo uno degli innumerevoli esempi di analisi “selettiva” delle prove scientifiche, di cui è pieno il China Study”- sostiene l’articolo  dell’AIRC: “La conclusione secondo la quale i Paesi dove si consuma più latte sono anche quelli in cui si muore di più di tumore non tiene conto di altri fattori importanti, come il fatto che sono anche i Paesi dove si vive più a lungo (e l’età è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di un cancro), e dove, all’epoca dello studio, erano maggiori sia l’inquinamento ambientale, sia la sedentarietà”.
E Campbell “non tiene in considerazione un altro dato, ottenuto nel 1989 da Schulsinger e collaboratori: un effetto analogo è ottenuto con proteine del grano, se a queste si aggiunge l’amminoacido lisina, che consente all’organismo di produrre autonomamente la caseina”.  Altri studi, “hanno identificato nel siero di latte alcune proteine che hanno l’effetto opposto, ovvero hanno proprietà antitumorali”. 

Rimane però il fatto che “ricerche più serie del China Study dimostrano che una riduzione delle proteine e dei grassi animali diminuisce il rischio di sviluppare un tumore, all’interno però di una dieta varia che comprenda latte, uova e pesce. Anche un consumo saltuario di carne è compatibile con una nutrizione equilibrata”. In conclusione, per l’AIRC, “si può scegliere di diventare vegani, ma al momento non vi sono prove che ciò sia utile o benefico dal punto di vista della salute”.

The China Study è un ampio studio epidemiologico svolto negli anni Ottanta nella popolazione cinese, per verificare l’eventuale esistenza di un nesso tra determinati cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro. Si tratta di una ricerca svolta dalla Cornell University, dall’Accademia cinese di Medicina preventiva, dall’Accademia cinese di Scienze mediche e dall’Università di Oxford che è stata avviata nel 1983 sotto la supervisione del nutrizionista T. Colin Campbell. Tra gli esperti che hanno fatto parte del gruppo di ricerca vi è anche il noto epidemiologo Richard Peto, uno dei massimi esperti di cancro e stili di vita.

In Italia il libro è diventato famoso dopo che la nota trasmissione televisiva “Le Iene” l’ha utilizzato per sostenere la dieta vegana nella cura del cancro. “Nella trasmissione si affermava che questo tipo di dieta può curare il cancro: un’affermazione che non ha purtroppo alcun riscontro scientifico”- sostiene l’AIRC.

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