In merito alla intervista rilasciata dalla donna indagata per aver causato la morte di due gatti e averne maltrattati altri tre (più uno dato per disperso), l’Ente Nazionale Protezione Animali, in una nota precisa: “Abbiamo denunciato la signora dopo aver raccolto una gran mole di testimonianze, anche scritte, e altro materiale a suo carico. Tra cui, è doveroso precisarlo, i referti dei veterinari che hanno avuto modo di visitare gli animali, prima e dopo il loro decesso. La validità di questo materiale, che non possiamo rendere pubblico per il rispetto del segreto istruttorio e del lavoro della magistratura, ha trovato diverse conferme”.

“Una prima è arrivata direttamente dalla Procura con l’apertura delle indagini a carico della signora, una seconda dal GIP che ha autorizzato il sequestro preventivo del gatto Salvo – prosegue la nota -. Di sequestri, poi, ne sono arrivati altri due – pochi giorni fa, il più recente – grazie ai quali sono stati messi in sicurezza altri 3 gatti. A rendere ancora più solido il quadro indiziario, una ordinanza restrittiva emanata dal Comune di Lecco che vieta all’indagata la detenzione di animali. Enpa attende con serenità la chiusura delle indagini e l’eventuale rinvio a giudizio. Sarà il giudice, in un auspicato processo in cui saremo parte civile, a condannare o ad assolvere la signora. Tuttavia, sostenere che al momento non ci sia alcun riscontro riscontro da parte delle indagini è affermazione non corretta, stante i tre citati provvedimenti cautelari e l’ordinanza del Comune. Non crediamo nei processi sommari, tanto meno in quelli ad uso e abuso di social network, ma in questa vicenda ci sono possibili elementi di pericolosità sociale di cui è doveroso tenere conto, anche pubblicamente, per tutelare l’incolumità degli animali ed evitare il compimento o la reiterazione di reati”.

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