L’intossicazione da antiparassitari nel cane e nel gatto è spesso legata alla convivenza sotto lo stesso tetto fra le due specie…questa promiscuità può indurre a commettere degli errori nella somministrazione di antiparassitari contro pulci, zecche e simili, rischiando di causare un avvelenamento da antiparassitari.

intossicazione-antiparassitari

E’ fondamentale guardare sempre bene le indicazioni, perché la maggior parte degli antiparassitari adatti al cane sono nocivi per il gatto. Tra questi il più frequentemente impiegato “a sproposito” è il piretro, che può essere applicato mediante spruzzatori o con le classiche pipette spot-on da impiegare sulla cute.

Le piretrine, esteri naturali dell’acido crisantemico e dell’acido piretrico, vengono di solito estratte per scopi commerciali dai fiori del piretro (Chrysanthemumcinerariaefolium). Insieme ai loro analoghi di sintesi, i piretroidi, sono attualmente gli insetticidi più comunemente utilizzati per il trattamento delle infestazioni da ectoparassiti quali pulci, zecche e pidocchi del cane e del gatto.

I piretroidi sono stati sintetizzati per migliorare la stabilità delle piretrine, ed il successo di questa modificazione chimica ha portato all’ampia diffusione di questi agenti come insetticidi per uso agricolo ed industriale. Permetrina, Deltametrina, Alletrina, Esbiotrina, Cipimetrina sono i nomi che spesso troverete tra i composti degli insetticidi disponibili nei banchi dei supermercati, dai normali spray alle piastrine e liquidi da collegare alla presa elettrica.

Si tratta di agenti molto diffusi per la loro rapida azione insetticida e per la relativamente bassa tossicità nei felini, soprattutto al confronto con altre classi di insetticidi (come gli organoclorurati e gli organofosfati).

Di conseguenza, essi sono ora usati frequentemente anche in ambiente domestico e vengono prodotti in diverse formulazioni quali spot-on, polveri, spray, collari e shampoo.

Attenzione..moltiantparassitari possono essere utilizzati solo per i cani, mentre non devono essere assolutamente somministrati ai gatti oppure a cani conviventi con gatti! Su questi prodotti è chiaramente indicato “non utilizzare sui gatti” ed è generalmente presente questo simbolo

antiparassitari

I prodotti per la prevenzione dell’infestazione da pulci costituiscono la principale fonte di esposizione dei piccoli animali, i quali si intossicano per via cutanea quando vengono utilizzate dosi eccessive, per ingestione attraverso la toelettatura oppure per via inalatoria quando i composti vengono nebulizzati in ambienti poco aerati.Tra i mammiferi domestici il gatto manifesta una sensibilità più elevata rispetto a d altre specie a causa di un deficit nei sistemi di detossificazione.

Anche se l’intossicazione sembra più probabile nei gatti giovani, non sono state individuate spiegazioni evidenti per una tale predisposizione di età.

La formulazione dei prodotti commerciali a base di piretrine e piretroidi destinati all’applicazione sulla cute varia notevolmente: le caratteristiche che possono risultare diverse sono rappresentate dal tipo e dalla concentrazione del composto utilizzato, dal solvente, dal tipo e dalla concentrazione dei prodotti sinergici, dal confezionamento e dalle modalità di somministrazione (spray a pompette manuali, spray sotto pressione, shampoo e prodotti per spugnature). Queste differenze, insieme alla prevedibile variabilità delle modalità di somministrazione da parte del proprietario, rendono estremamente difficile calcolare o anche solo stimare le relazioni tra dose somministrata ed effetto.

I veterinari devono raccomandare ai clienti di attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate su ogni specifico prodotto.

La diagnosi dell’intossicazione da piretrine e piretroidi è difficile perché ci si può basare solo su indicazione anamnestica di esposizione a questi composti, segni clinici ed esclusione delle altre possibili diagnosi differenziali. Attualmente, non sono disponibili test diagnostici pratici che consentano di confermare o escludere il sospetto.

Nei gatti la permetrina causa convulsioni e difficoltà respiratorie entro poche ore anche dal semplice contatto. La complicazione più grave è rappresentata dalle convulsioni, che possono causare un danno cerebrale irreversibile o la morte per ipertermia, acidosi lattica, shock ed ipossia. L’inizio dei sintomi si verifica in genere entro poche ore dall’esposizione, ma può essere ritardato a seconda della via di assunzione.

Non è noto alcun trattamento specifico per l’intossicazione da piretrine e piretroidi, per cui si devono applicare i principi generali di terapia delle intossicazioni.

Le piretrine ed i piretroidi sono sostanze lipofile e rapidamente assorbite per via orale, cutanea ed inalatoria che si distribuiscono ai tessuti ad elevato contenuto lipidico quali grasso, tessuto nervoso, fegato, rene e latte.

Se l’esposizione è avvenuta per via orale ed è molto recente e solo ed esclusivamente se non sono ancora presenti sintomi nervosi, è appropriata l’induzione del vomito seguita dalla somministrazione di carbone attivo. Si devono inoltre evitare i pasti ad elevato tenore lipidico, che potrebbero favorire l’assorbimento gastroenterico.

Gli animali esposti per via topica devono essere lavati con acqua tiepida ed un blando detergente. L’impiego di acqua molto calda è controindicato perché aumenta la perfusione del derma e, quindi, può incrementare la velocità di assorbimento transdermico dell’insetticida. Poiché piretrine e piretroidi non sono idrosolubili, per assicurare l’asportazione dell’insetticida residuo è necessario un abbondante lavaggio, sempre con un blando detergente.

antiparassitari-intossicazione

I segni clinici vanno controllati dal Medico Veterinario secondo necessità: sono state suggerite la somministrazione di atropina per via sottocutanea per ridurre l’eccesso di salivazione e di secrezioni respiratorie, l’iniezione endovenosa di diazepam per il controllo delle convulsioni e dell’ipereccitabilità e/o l’infusione endovenosa di metocarbamolo da ripetere fino ad effetto per il controllo delle convulsioni e delle fascicolazioni. Sono invece controindicati i tranquillanti fenotiazinici, quali clorpromazina o acepromazina, a causa del rischio di induzione di effetti extrapiramidali.

È necessario prestare particolare attenzione alla temperatura corporea del paziente: l’aumento di quella interna, conseguente all’eccessiva attività muscolare, può infatti portare ad edema cerebrale e convulsioni continue, mentre l’ipotermia che si ha quando il paziente va incontro a depressione (o in seguito ad un bagno freddo) può aggravare la depressione stessa. Inoltre, la riduzione della temperatura corporea può portare ad un incremento della tossicità delle piretrine e dei piretroidi.

Occorre inoltre eliminare ogni possibile ulteriore esposizione del paziente alla sostanza tossica; ciò comporta anche l’adozione di alcune misure precauzionali in vista del ritorno al suo ambiente naturale dopo la remissione delle manifestazioni cliniche. Di conseguenza, occorre eliminare gli eventuali residui di questi composti dalle superfici della casa mediante opportuni interventi di pulizia per impedire ogni ulteriore assorbimento delle sostanze tossiche da parte dell’animale.

È prevedibile che, con un adeguato trattamento, gli animali colpiti da una moderata intossicazione da piretrine e piretroidi si riprendano senza eccessive difficoltà. Inoltre, poiché non vengono indotte lesioni tissutali residue, ci si può aspettare un superamento completo dell’intossicazione.

Tuttavia, purtroppo si possono avere casi di morte, soprattutto nel gatto.

In genere, si ritiene che nei felini non esista alcuna alternativa soddisfacente alle piretrine ed ai piretroidi come insetticidi; di conseguenza questi composti continuano ad essere usati per il controllo delle ectoparassitosi di questi animali. È necessario però fornire caso per caso al proprietario le opportune indicazioni sull’uso di questi prodotti, dopo aver attentamente considerato la formulazione di quello che si intende impiegare, l’età e lo stato di salute del paziente e le probabilità che il cliente rispetti gli appropriati protocolli terapeutici prescritti.

Articolo a cura della Clinica Veterinaria Borgarello.

Se ti è piaciuto l’articolo, iscriviti al feed o alla newsletter per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti di TGVET.net.
Lascia un commento per dire la tua o per chiedere informazioni

Bookmark and Share
0 Comments

Leave a reply

©2024 ForumCani.com