Non è piaciuta agli animalisti l’idea del Comune di prevedere un incentivo da destinare a chi adotta un cane. Le gabbie del rifugio di via Tiro a Segno devono essere svuotate quanto prima per dare il via ai lavori di messa in sicurezza e l’amministrazione ha pensato ad un contributo di 480 euro da corrispondere a chi, privato cittadino, associazione o struttura autorizzata, voglia adottare un cane custodito nel canile municipale.

La delibera della giunta, che ha preso atto dello schema di avviso pubblico di manifestazione d’interesse per le adozioni incentivate degli animali, ha colto di sorpresa Elena La Porta, presidente provinciale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e consulente a titolo gratuito per il Comune sul canile municipale. “È un provvedimento che non mi piace – spiega l’animalista a Palermotoday – . Così si rischia la mercificazione, se qualcuno vuole prendere un cane in adozione lo prende, non saranno i 480 euro che lo spingeranno a farlo. Al contrario, l’incentivo può essere appetibile a persone a cui non importa nulla dell’animale. Cercheremo in tutti i modi di ostacolare quest’iniziativa”.

La nota animalista palermitana, che dal 1989 gestisce il rifugio del cane abbandonato della Favorita, ha dichiarato di non essere stata informata della decisione del Comune, pur essendo consulente da tre anni. “Ho già chiamato l’assessore al Verde, Sergio Marino comunicandogli la mia volontà di rassegnare le dimissioni dall’incarico – ha aggiunto La Porta – . Non ritengo che sia normale arrivare ad una decisione del genere sull’argomento senza che il consulente del sindaco ne sappia nulla. È venuto meno il rapporto di fiducia. Vuol dire che la mia presenza è inutile e ritengo questo comportamento lesivo della mia dignità e del mio ruolo”.

Rapporto di fiducia che, invece, è stato confermato dall’amministrazione comunale. “Mi dispiace per questa decisione – ha detto a Palermotoday l’assessore Marino – mi sembra una reazione troppo forte, spero che ci ripensi, la chiamerò nei prossimi giorni per chiarire la vicenda. Il percorso, comunque, era noto e se ne era parlato, anche se non nel dettaglio”.

Sul rischio di mercificazione degli animali, Marino esclude qualunque pericolo. “Noi non siamo gente che mette in mercato i cani, – ha assicurato – La Porta conosce me e il sindaco e se pensa questo mi offende. Il provvedimento dà anche spazio agli animalisti e noi non daremo in affidamento i cani se non saremo certi della qualità dei soggetti a cui li affidiamo. Sarà fatto un monitoraggio per questo. Sappiamo, purtroppo, dove si annida il malaffare”.

Intanto, il Comune deve far presto. Quanto prima le gabbie devono svuotarsi per consentire alla ditta che si è aggiudicata l’appalto nel 2012 di iniziare i lavori. L’incentivo – fa sapere l’amministrazione – “sarà corrisposto su richiesta, trascorsi 120 giorni di detenzione del cane. I cani saranno rilasciati sterilizzati, dotati di microchip, volturati cioè a nome degli adottandi all’anagrafe canina istituita presso l’Asl di pertinenza e dotati di certificazione sanitaria”. Gli incentivi saranno erogati, si legge in una nota diffusa dal Comune – “fino alla concorrenza della somma di 96 mila euro per l’anno 2017 e 30 mila per il 2018, salvo proroga”. Una pioggia di soldi che, secondo alcuni, potrebbe creare un vero e proprio business in cui potrebbero essere proprio gli animali a farne le spese.

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