Ride bene chi ride per ultimo: nel Kenya Sud-occidentale dei ricercatori si sono imbattuti in un pitone di Seba (Python sebae) di quattro metri che aveva ingoiato un’intera iena maculata (Crocuta crocuta) di 70 chilogrammi. 

Ad assistere al raro avvenimento – e a filmarlo per la prima volta – è stato Jos Bakker, un web designer olandese che si trovava nella riserva di Masai Mara, in una zona paludosa sul ciglio della strada. In men che non si dica Bakker e la sua guida hanno raccontato l’accaduto agli scienziati del Fisi Camp, il sito per la ricerca sul campo di Kay Holekamp, zoologo della Michigan State University che studia i branchi di iena maculata a Masai Mara dagli anni ’80 dal secolo scorso. 

La sera del 1 marzo gli assistenti alla ricerca di Fisi Camp, Mike Kowalski e Olivia Spagnuolo, sono andati alla ricerca del serpente, scettici all’idea che un pitone potesse uccidere un carnivoro grande e intelligente come una iena. “Per quanti ne so non esistono precedenti che siano stati documentati”, dice Kowalski via mail. “Ai grandi carnivori capita certamente di interagire con i pitoni più grossi, perché è probabile che i loro piccoli siano sul menu, ma un leone, un leopardo o una iena adulti possono far fuori un pitone molto rapidamente”.

Eppure, la mattina seguente, hanno trovato quello che in un post del blog di ricerca di Holekamp Kowalski ha descritto come “un’enorme roccia sommersa in una palude”: un pitone di Seba sazio e rigonfio, che chiaramente aveva mangiato qualcosa di grosso.

Confrontando il video di Bakker con il serpente che si sono trovati davanti, Kowalski e Spagnuolo hanno dovuto riconoscere che il pitone, in effetti, aveva fatto un agguato alla iena e l’aveva stritolata prima che potesse sfuggirgli. Molto probabilmente, una lotta epica. Kowalski sospetta che il pitone abbia attaccato la iena mentre questa vagava in un’area di drenaggio, alla ricerca di un posto adatto per un riposino pomeridiano.

Fortunatamente il pitone non ha pasteggiato con uno dei loro soggetti di ricerca; la sua preda, un maschio, era probabilmente un nuovo arrivato che stava cercando un clan, ma ha trovato solamente una morte prematura.

“Per quanto riguarda il pitone, direi che ha agito in maniera “impeccabile””, commenta Kowalski. “Se non avesse subito colpito e stretto l’area del collo e del petto, per immobilizzare la testa, la iena avrebbe potuto facilmente frantumargli il cranio”. 

Istinti famelici

Se c’è un serpente che poteva riuscire nell’impresa, è proprio il pitone di Seba: si tratta del serpente più grosso di tutta l’Africa, può arrivare agli otto metri di lunghezza per una novantina di chilogrammi ed è noto per la sua aggressività.
Nel suo habitat naturale, l’Africa subsahariana, il pitone di Seba si nutre di piccoli mammiferi, antilopi, facoceri, aironi e altri animali. In circostanze estremamente rare questo rettile può anche attaccare, stritolare o provare a mangiare una persona.

Pitoni e boidi sono noti per il loro appetito vorace: i pitoni reticolati dell’Indonesia possono uccidere e mangiare i lori lenti, gli orsi malesi e anche i maiali del Sulawesi già adulti, che pesano tra i 40 e i 70 chilogrammi. Gli anaconda verdi del Sudamerica sono perfettamente in grado di mangiare un capibara, il roditore più grande del mondo. 

Come altri grandi serpenti non velenosi, i pitoni uccidono la preda stritolandola, il che interrompe la circolazione del sangue nel suo corpo. Questa presa fa sì che nel giro di poco tempo il cuore, il cervello e altri organi vitali restino a corto di ossigeno, portando ad arresto cardiaco e a una rapida insufficienza multi-organo.

A quel punto i serpenti ingoiano la preda intera, affidandosi alle loro mascelle estremamente flessibili per far spazio al pasto. “I serpenti non hanno mento né la porzione anteriore della mandibola, perciò le mascelle non sono connesse come lo sono le nostre; non c’è nulla da dislocare”, raccontava in una precedente intervista Terry Phillip, curatore dei rettili al Reptile Gardens di Rapid City, in South Dakota. “In cambio sono dotati di legamenti molto flessibili che determinano quanto possono spalancare la bocca”. 

Se il serpente riesce a inghiottire la preda con successo -il che non sempre accade- la digestione può richiedere settimane, specialmente se il bottino è grosso quanto la iena mangiata da questo pitone. 

“È probabile che rimarrà disteso immobile nei dintorni per un paio di mesi, in un posto sicuro e al caldo, per digerire tutta la iena”, ha scritto Kowalski nel suo post sul blog. “Con una preda tanto grossa, dopo aver digerito non avrà bisogno di mangiare per vari mesi”.

Ma alla gente della zona servirà molto più tempo per digerire la storia: Kowalski racconta che la notizia del pitone di Seba ha già fatto il giro di Masai Mara e delle riserve circostanti. “Quel pitone è diventato una leggenda locale”, aggiunge. “A questo punto non mi stupirei di scoprire che le persone hanno sentito parlare di un pitone di Seba mostruoso e sul piede di guerra, che se ne va a caccia di iene a destra e a manca”.

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