LIDO. Capitano giornate in cui alla “Dogsy” del Lido ci siano anche 40 cani. Tutti insieme, nei 1.500 metri quadri di verde in via Parri, col rumore del mare a fare da cornice. Zuffe poche, lamentele nessuna, durante la ludoteca i cani socializzano, fanno agility, rally-o e altre attività Ficcs (la federazione italiana cinofilia sport e soccorso).Nel pomeriggio, spazio al “buon cittadino”, corso riservato ai padroni per imparare a gestire (e a dialogare) con il proprio cane. È tutto merito di Elena Rupil, unica istruttrice iscritta al Coni tra il Lido e Venezia. Prima la fuga dalla Croazia nel ’98, poi l’arrivo a Venezia e un tentativo all’Università Iuav.Ma la passione per i cani chiama e dal 2008 comincia a studiare da istruttrice. Fonda nel 2011 la sua associazione dilettantistica “Dogsy”, per dare «un punto di appoggio a tutti i padroni di cani del Lido e delle isole», dice. Oggi i soci sono più di un centinaio.Tutto in un’oasi di quiete e con il metodo cognitivo-relazionale. «Non dev’esserci imposizione e basta, bisogna lavorare e rinforzare il ragionamento», racconta, «Tra cani e esseri umani, il problema è la comunicazione. Io sono un agevolatore di processi: capisco il loro linguaggio e lo traduco. Così riesco a gestirne anche 30 cani insieme. Problemi? Solo quando ci sono proprietari che trasmettono paura».La Dogsy spingeanche i padroni a prendere lezioni insieme al proprio cane. Perché negli spazi pubblici ci si comporta civilmente. «All’estero», dice, «c’è l’obbligo a seguire un percorso come quando si prende la patente. Dovrebbe esserlo anche qui: l’ignoranza produce danni».
 

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