Per milioni di anni e’ rimasto incastonato in una roccia, ma ora il “mostro di Storr Lochs” si rivela in tutta la sua tanto temibile, quanto affascinate, potenza. L’Universa’ di Edimburgo ha estratto (dopo 50 anni a causa di mancanza di fondi) dalla roccia uno scheletro di ittiosauro quasi completo. Un’occasione unica per svelare i segreti dei grandi rettili che dominavano le acque preistoriche e che forse hanno dato vita alla famosa leggenda scozzese. Il mostro “più temibile” di quello di Loch Ness, sottolinea la stampa inglese e’ un fossile di ittiosauro, appartenente ad un gruppo di rettili marini, simili per l’aspetto ai nostri delfini ma con denti lunghi ed aguzzi. Dominava i mari tra il Triassico e il Cetaceo, a cominciare cioè da circa 250 milioni di anni fa fino a 65 milioni. Il fossile che dovrebbe risalire a 170 milione di anni fa, era un terribile predatore simile ai tirannosauri che dominavano la terra. Lungo oltre quattro metri, massiccio, dotato di quattro pinne ed una coda verticale (al contrario di quella dei cetacei) l’ittiosauro di Edimburgo, sarà presto esposto al muse di Edimburgo, con i misteri che porta con se’. I paleontologi si dividono su quanto sia durato il suo predominio nei mari. Il mistero maggiore riguarda pero’ la sua origine, proprio perché da un lato assomiglia a dei cetacei, ma ha caratteristiche da rettile. Come per i dinosauri la scomparsa degli ittiosauri e’ ignota. Secondo alcune teorie a distruggere le varie specie sarebbe stato un improvviso riscaldamento globale preistorico. 

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