Riceviamo e pubblichiamo il racconto del ritrovamento del cane Kika da parte dei volontari del Dog Village.

Questa è la storia dei “cani di qualcuno e nessuno”, di quei cani che hanno un padrone ogni tanto, di quelli la cui vita è ricca e ampia quanto lo spazio che una catena “decide” che basti per lui… la storia di chi vive a far la guardia a un terreno o a un’azienda, che non conosce il sapore di una passeggiata, di una vacanza con chi l’ama, di un premio, di un cuscino per la cuccia. Questa è la storia di un cane che nasce per scelta altrui e ne muore per l’egoismo… Kika è una di loro… uno di quei cani che la carezza è talmente una cosa nuova che la si prende a testa bassa, coda tra le zampe, e rannicchiata in un angolo… che non si fida di accettare un biscotto dalle mani dell’uomo.

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Questa è la storia di quei cani che se si perdono nessuno li cerca disperato, nessuno li reclama, nessuno li piange. Ma di loro si innamorano i volontari, che quando l’accolgono e iniziano ad aiutarla, si rendono conto di quanto sia stata sfortunata e povera di stimoli la vita di Kika. E allora ci mettono anima e cuore perché lei si abitui, all’uomo, agli altri animali, al mondo in cui dovrebbe aver già vissuto e quando i volontari stessi pensano che la scelta giusta sia che impari a condividere le sue giornate con una famiglia vera, e che conosca cosa sia passeggiare in compagnia, sotto la sua luna sfortunata, Kika si spaventa e scappa quella maledetta sera del 22 settembre, e per lei forse inizia la vera libertà, per i volontari un calvario!

Giorno e notte a cercarla, a chiedere in giro di lei, per 20 lunghi giorni ogni pensiero era dedicato a Kika: preoccupazione, angoscia e sensi di colpa che, insieme alla passione e all’amore per gli animali, non hanno fatto perdere la forza di cercarla, la speranza di trovarla e la voglia di darle quella seconda possibilità che avevamo deciso meritasse. Cosi arriva la notte giusta: giro di routine nelle zone indicate dai segnalanti, la vediamo, è in strada, intenta a rovistare in un bidone dell’immondizia: ci siamo, è lei, panico: come la prendiamo? la spaventeremo? rischiamo di allontanarla? Ansia, voglia di riabbracciarla, sangue freddo, una scatola di cibo in un recinto aperto, appostamento, lei entra: la fame l’acceca. Sa che siamo li ma lei ci entra lo stesso in quel recinto e in due secondi è fatta: il cancello si chiude, guinzaglio alla mano, decisione, lei si accuccia ed è nostra dopo 20 lunghi giorni è salva. Tante emozioni forti e contrastanti contemporaneamente, ma il cuore pieno di gioia.

Grazie a tutti quelli che in questi giorni di ricerca ci hanno supportati, seguiti, quelli che a modo loro si son resi disponibili, che ci hanno guidati: Kika torna a casa! Questa volta è per sempre, glielo abbiamo promesso!

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