Il dottor Payam Mohebi non è un veterinario qualunque, è la star dei veterinari di Teheran. Nella sua vita ha sempre anticipato i tempi: nel 2002 aprì il primo ospedale per animali domestici quando erano ancora in pochi in Iran a possedere un cane o un gatto. Oggi progetta di inaugurare una clinica di 10 piani nella zona ovest di Teheran che, una volta realizzata, sarà tra le più grandi del Medio Oriente. Ma la vera “rivoluzione” il dottor Mohebi promette di realizzarla se sarà eletto nel consiglio comunale della capitale della Repubblica islamica.  

Vedere una persona portare a spasso un cane è una scena assai frequente nelle strade della maggior parte dei Paesi del mondo, ma non in Iran, dove una legge approvata dal Parlamento tre anni fa (quando era ancora dominato dagli ultraconservatori) lo punisce con la pena massima della soppressione dell’animale e 60 frustate per il proprietario, costretto anche a pagare una multa dell’equivalente di 2.500 dollari. 

Un retaggio culturale, quello di ritenere il cane un essere «impuro», figlio della rivoluzione islamica e che è ancora una “bandiera” dei religiosi ultraconservatori. È questa mentalità che il dottor Mohebi ha deciso di sfidare partecipando alle elezioni amministrative in programma venerdì nell’ `Election Day´ che le vede accorpate alle presidenziali. I suoi manifesti elettorali sparsi per tutta Teheran lo ritraggono mentre cammina con accanto un randagio: un vero e proprio oltraggio per i “duri e puri” della Repubblica islamica. Elezione dunque o fustigazione? Il veterinario spiega di conoscere i rischi ai quali va incontro con una campagna elettorale così `azzardata´.  

«Sto facendo questo in modo che uno dei seggi del consiglio comunale di Teheran sia per gli animali. Vivono con noi, li amiamo e hanno anche diritti», afferma in un’intervista al New York Times, evidenziando come negli ultimi 15 anni la vita nella capitale sia molto cambiata. Ci sono più soldi, più libertà, più attenzione ai diritti sociali e tante famiglie hanno deciso di avere un animale domestico in casa.  

«La gente pensava che fossi pazzo ma avevo previsto il cambiamento in arrivo. Gli iraniani volevano gli animali domestici – prosegue dalla sua clinica il veterinario star – Oggi ne abbiamo un milione in questa città, ma resta una grande distanza tra noi e i nostri politici», prosegue il dottor Mohebi, che promette, se eletto, lo stop alla soppressione degli animali. «Al contrario dovremmo avere dei parchi speciali per i cani come abbiamo parchi speciali solamente per le donne che vogliono correre senza il velo islamico», sostiene.  

La candidatura del dottor Mohebi ha suscitato grande entusiasmo tra gli elettori. A migliaia seguono su Telegram il canale dedicato alla sua campagna `Sostenitori del dr. Mohebi´. «Amo Payam perché quando sarà eletto potrò passeggiare in sicurezza con il mio cane», scrive uno dei suoi simpatizzanti, Behnaz Mahdikhani. Un altro pubblica una vignetta che mostra un gatto svegliare il suo padrone. «Stai dormendo? – si legge nel fumetto – Svegliati e vota per noi #DrMohebi». 

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