Cosa fare se il vostro micio si mostra possessivo e difende i suoi spazi tirando fuori le unghie.

«Un gatto è la raffigurazione del meccanismo perpetuo come il mare…lo accarezzi solo perché lui te lo permette». Parole di Charles Bukowski. Una forza della natura. Mette di buonumore, regala forti emozioni, sa come renderti felice. Potremmo andare avanti per ore ad elenca re le qualità del micio di casa. Certo, a volte è scostante. E bisogna lasciarlo in pace. Ma c’è di più: i felini sanno essere particolarmente felini, soffiano e difendono il territorio anche all’interno di un appartamento. E non ne vogliono sapere di calmarsi, neanche quando i padroni li richiamano sussurrando il loro nome con dolcezza. Si scopre allora che, più dei cani, sono molto gelosi dei loro spazi e molto diffidenti. Non amano gli invasori di campo. Non sopportano gli intrusi. Purtroppo, però, i segnali di una territorialità mal gestita non sono sempre così riconoscibili dai proprietari: non è facile comprendere cosa provochi davvero fastidio in un gatto. La sua aggressività si può manifestare in modo assai esplicito: miagolii nervosi, soffi ripetuti, pelo rizzato. Nei casi più gravi, arriva l’attacco all’estraneo di turno con graffi e morsi, talvolta anche profondi. E questo non accade perché il micio sia nervoso di indole: anche esemplari normalmente pacifici possono avere reazioni così esagerate.

L’ESPERTO

«Il gatto è un animale che tiene profondamente al controllo del proprio territorio », conferma il veterinario Diego Manca, autore di numerosi libri sugli animali (l’ultimo: “Storie da leccarsi i baffi, racconti dei veterinari”, appena uscito, sta avendo molto successo). «Quindi se vi sono situazioni particolari come il cambio della posizione della sua lettiera, della sua poltrona, del suo tiragraffi o lo spostamento dei mobili di casa; l’arrivo di un ospite che porta con sé l’odore di un altro micio o di un cane, un elettrodomestico rumoroso e quant’altro può innervosirsi e perdere la pazienza». Non dimentichiamo che il micio è un solitario, non ama stare con gli altri gatti, e spesso trova difficile la convivenza con i cani. Con l’addomesticamento è stato abituato a vivere in spazi decisamente più piccoli (appartamenti), il suo raggio d’azione si è limitato e per questo è diventato ancora più territoriale . Desidera il controllo supremo dell’abitazione, monitorando tutti gli spostamenti di chi gli vive accanto, decide gli angoli graditi e quelli considerati una minaccia».

SE È AGGRESSIVO

Può capitare, come alla sottoscritta’ che il gatto non ami la donna che fa le pulizie in casa, perché probabilmente mette le mani nella sua stanza e tra le sue cose, ma soprattutto perché accende l’aspirapolvere (rumorosissima). E dunque diventa un tantino aggressivo. «Forse la persona in questione lo stressa particolarmente -spiega il dottore -. I gatti hanno una psiche molto sensibile, solo annusandoci le mani capiscono se siamo ansiosi, agitati, nervosi o felici. Hanno un computer al posto del cervello. E il suo sa riconoscere perfettamente il giorno e l’ora in cui la signora arriva e si prepara psicologicamente ad accoglierla male. Prevede e ricorda con un margine di errore minino. E quindi associa alla persona che arriva il fastidioso rumore dell’aspirapolvere e la sua presenza insopportabile che proprio non riesce a tollerare ». Ecco perché soffia e cerca di mandarla via. Con la speranza che non faccia ritorno. «Probabilmente il gatto non ha avuto un’adeguata socializzazione nei primi mesi di età -afferma il veterinario e poi forse la signora si muove in modo diverso da come è abituato e provoca rumori a cui non è abituato». Certo, quando si pulisce una casa non è che si cerca la delicatezza. «Ma la casa e la sua stanza in particolare sono il suo rifugio, la sua tana, se viene messo alle strette nel suo territorio e non ha alcuna via di scampo, reagisce . Perché è spaventato».I rumori che non piacciono ai miei si conoscono: dal frullatore al phone all’aspirapolvere. I piccoli felini hanno un udito molto sensibile . E sentono tutto amplificato. Non è così scontato che con il passare del tempo un determinato frastuono possa risultare più familiare. E per questo propensi ad accettarlo. Se è insopportabile, lo sarà sempre. Ecco perché sono importanti i primi tre mesi di vita accanto a mamma gatta. Sono i mesi in cui il cucciolo viene abituato in modo graduale ad ascoltare i rumori di casa. Anche gli umani devono fare un grosso lavoro: fargli sentire i più fastidiosi prima da lontano, da un’altra stanza, e poi sempre più vicino, per abituarlo. Ma quando tutto questo non è accaduto c’è bisogno di una sorta di desensibilizzazione.

L’ADULTO

Il gatto adulto che si spaventa facilmente ha bisogno di attenzioni. Per evitare le sue reazioni bisogna imparare a leggere il suo linguaggio del corpo. E fermarsi un attimo prima. In presenza di signore delle pulizie, va tenuto a distanza di sicurezza, in un’altra stanza. E poi «ci sono farmaci omeopatici che aiutano a rilassarlo, ma quando il disagio è profondo bisogna affidarsi a un esperto comportamentalista per un processo di desensibilizzazìone», conclude Manca. E nelle situazioni critiche, non alzate la voce, non urlate, non muovetevi bruscamente. Lasciatelo rilassare da solo.

DANIELA MASTROMATTEI (Libero)

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