Cosa c’è dietro il lavoro inestimabile di un cane guida per non vedenti? C’è tanto addestramento ovviamente, ma da solo non basterebbe: scopriamo insieme come nascono i nuovi “occhi”, e molto di più, per chi non vede

Chi ha la fortuna di vedere il mondo con i propri occhi non può nemmeno immaginare quanto conti la presenza attenta e scrupolosa di un cane guida. A queste creature generose, intelligenti, piene di amore e orgogliose del proprio compito, spetta vegliare sulla sicurezza di chi non vede, spesso restituendo loro molta della vita perduta insieme alla vista. Sono i cani guida, infatti, a permettere ai non vedenti di uscire di casa, di prendere i mezzi pubblici, di orientarsi nel caos del traffico e tra le innumerevoli barriere architettoniche, di viaggiare, di vivere in sostanza. Siamo andati a visitare la “culla” storica di queste creature, la Scuola per Cani Guida dei Lions a Limbiate, alle porte di Milano. E abbiamo scoperto un’eccellenza vera, un luogo a suo modo magico. Lì, infatti, si allevano e si addestrano veri angeli con quattro zampe.

I cani guida dei Lions: sessant’anni di esperienza e di passione

Quella di Limbiate è la più antica e la più grande tra le scuole per cani guida italiane e si colloca ai vertici anche in ambito europeo. Nei suoi sessant’anni di attività circa, la Scuola Cani Guida dei Lions ha affidato, gratuitamente, oltre 2.100 cani addestrati a persone non vedenti. Nel corso del 2017, così come l’anno precedente, sono stati 50 i soggetti entrati in servizio e le previsioni per il 2018 indicano un numero analogo. La sede della Scuola è all’interno di una vasta area recintata (22mila metri quadri), ricca di verde ma anche di tanto altro. Siamo andati a visitarla e ci ha fatto da guida Mauro Veronese (Direttore tecnico della Scuola), che qui opera da anni con un entusiasmo palpabile e coinvolgente. La nostra visita inizia dalla reception, una vasta sala molto accogliente, accanto alla quale si trova il canile dove risiedono i soggetti in preparazione e in valutazione. Una struttura molto grande, al coperto, costituita da box singoli, ampi, ciascuno con climatizzazione, abbeveratoio automatico, area di sgambamento esterna e sistema di asciugatura a infrarossi in caso di pioggia. La pulizia è semplicemente impeccabile. «Qui sono alloggiati i cani in addestramento e quelli in valutazione. Ciascuno di loro (Veronese li chiama per nome e li conosce tutti, ndr) è soggetto ad approfondite visite mediche: non devono avere alcuna limitazione fisica, quindi esenti da displasie, oculopatie eccetera. Esami del sangue certificano anche che il cane sia in salute a livello  generale, perché dobbiamo affidare ai non vedenti solo soggetti perfettamente sani, per ovvi motivi. Ogni cane ha un programma di attività quotidiane, sia di addestramento sia di svago e sfogo, ed è seguito da un addestratore qualificato», ci dice Veronese.

Le razze più  rappresentate sono i Retriever, soprattutto Labrador, Golden e anche Flat Coated, ma notiamo pure un Barbone grande mole e alcuni Pastori Tedeschi. «Il Barbone è una novità unica a livello europeo. Lo abbiamo scelto perché il suo pelo non induce allergia: ci sono non vedenti o loro famigliari allergici al pelo del cane», chiarisce Veronese. «I Pastori Tedeschi sono solo femmine, per questioni di taglia minore e anche di docilità maggiore rispetto ai maschi», spiega la nostra guida. Nel canile l’aria non ha odore: «Ricambio  automatico e costante», spiega Veronese.

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