I cani cambiano espressione quando sanno di essere osservati da un essere umano, forse nel tentativo di comunicare.

I cani oggetto di uno studio, ad esempio, quando guardano negli occhi una persona assumono la tipica espressione triste, innalzando le sopracciglia in modo da ingrandire gli occhi e rendere il loro sguardo più infantile. 

La scoperta aggiunge ulteriori elementi di conoscenza sul comportamento del “miglior amico dell’uomo”. Noi e i cani viviamo l’uno accanto all’altro da ormai 30 mila anni e in questo lungo lasso di tempo l’evoluzione sembra aver plasmato il loro comportamento.

Le ricerche hanno dimostrato che i cani controllano costantemente gli uomini, guardano con attenzione i nostri gesti e, rispetto ad esempio ai cuccioli di lupi addomesticati, osservano i volti degli uomini più spesso.

“I cani interpretano i gesti e i segnali comunicativi con una capacità che gli altri animali non possiedono”, spiega via email l’autorice dello studio, la psicologa Juliane Kaminski dell’università britannica di Portsmouth.

Per capire meglio come i cani usano i loro musi il team di Kaminski ha esaminato come 24 cani di famiglia – scelti a caso da un database di proprietari volontari tedeschi – reagivano a quattro diversi scenari.

I cani venivano portati in una stanza e sistemati a un paio di passi da una persona che non avevano mai visto prima. Quest’ultima cambiava atteggiamento in quattro diverse fasi: guardava il cane tenendo una ricompensa; guardava il cane senza avere nulla in mano; si allontanava dal cane con una ricompensa; si allontanava dal cane a mani vuote.

Le reazioni del cane venivano riprese in video per tutta la durata dell’esperimento, permettendo così ai ricercatori di riguardare con attenzione tutte le espressioni. Per evitare approssimazioni, il team faceva riferimento ad un catalogo di espressioni divise in base agli specifici muscoli messi in movimento.

Kaminski e i suoi colleghi si sono concentrati in particolare sulla comune espressione “da cucciolo triste”, catalogata come AU 101.

Studi precedenti avevano evidenziato che le persone hanno un debole per questa espressione: uno degli autori della ricerca, Bridget Waller, ha scoperto che i cani che assumono più frequentemente l’espressione AU 101 tendono ad essere adottati più veolcemente degli altri.

I ricercatori hanno osservato inoltre che i cani avevano maggiori capacità espressive nel momento in cui avevano una persona davanti, soprattutto nell’assumere la
AU 101, mostrando un chiaro cambiamento di comportamento come risultato dell’attenzione umana.

“Ritieniamo che ciò dimostri che questo atteggiamento è in grado di raccogliere una preferenza umana”, dice Kaminski, il cui studio è stato pubblicato il 19 ottobre su Scientific Reports. “Il movimento consente agli occhi dei cani di apparire più grandi e più infantili e assomiglia anche ad un movimento che gli uomini fanno quando sono tristi”.

Kaminski sottolinea ad ogni modo che il suo studio non è stato in grado di capire se i cani assumono diverse espressioni con l’intento di manipolare gli esseri umani. I suoi risultati indicano solo che i cani sono più espressivi, non perché.

“Non abbiamo osservato quello che potrebbe essere chiamato ‘l’effetto tavolo da pranzo’, ovvero cani che si sforzano di assumere un muso ‘super carino’ quando la persona che li osserva è in possesso di cibo”, dice Kaminski.

“Se i cani assumono le loro espressioni con l’intento di manipolarci, quello sarebe stato il contesto in cui ci saremmo aspettati da parte loro qualcosa di particolare, che invece non c’è stato”. 

Kaminski spera che nuove ricerche riescano a svelare questo rebus, facendo luce su come la domesticazione potrebbe aver innescato il comportamento.

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