La Procura di Brescia ha chiuso l’inchiesta bis su Green Hill, l’allevamento di Montichiari di cani destinati alla vivisezione, dopo che il 23 gennaio scorso la responsabile dell’allevamento Ghislane Rondot, il direttore Roberto Bravi e il veterinario Renzo Graziosi  sono stati condannati dal Tribunale al termine del processo di primo grado complessivamente a quattro anni di reclusione, con la sospensione dalle loro attività per due anni. Tutti i 3000 beagle presenti nell’allevamento al momento del sequestro giudiziario sono stati salvati. 

Ora il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati, tra i quali ci sono due veterinari del Distretto Asl di Lonato, Roberto Silini e Chiara Giachini, accusati di maltrattamento e uccisione di animali e di falso ideologico in atto pubblico e omessa denuncia. Devono invece rispondere di falsa testimonianza tre dipendenti della società Green Hill, Cinzia Vitiello (una delle autrici del condizionamento dei beagle),  Antonio Tabarelli e Antonio Tortelli, perché nel corso del processo di primo grado non avrebbero raccontato la reale situazione che c’era all’interno dell’allevamento.

“Siamo soddisfatti per questa indagine che prelude a un processo Green Hill bis e siamo pronti anche a continuare in Corte d’Appello riguardo a esecutori e mandanti degli orrori che si consumavano nell’allevamento dei beagle – dichiara la LAV – riteniamo che l’inchiesta debba ora coinvolgere non solo i veterinari locali dell’Asl ma anche quelli che intervenuti a più riprese, alcuni addirittura come consulenti della Procura prima del 2012, appartenenti all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia, al Servizio Veterinario della Regione Lombardia e al Ministero della Salute, hanno sempre scritto che a Green Hill tutto andava bene.”

COMUNICATO INTEGRALE

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