Una sentenza tre volte di grande spessore giuridico e innovativa, perché conferma in pieno le due precedenti sentenze di condanna subite dai vertici di Green Hill.

Come parte civile nel processo che ha confermato in tre gradi di giudizio la condanna dei vertici di Green Hill e affidatari dei cani che furono sottoposti a sequestro giudiziario nell’estate del 2012, abbiamo voluto commentare le motivazioni (depositate il 6 marzo 2018), della storica sentenza della Corte di Cassazione che il 3 ottobre 2017 ha definitivamente respinto il ricorso presentato dagli Avvocati di Green Hill.

Le motivazioni della sentenza di Cassazione, infatti, chiariscono e ribadiscono quanto già sancito dagli altri gradi di giudizio e dalla Cassazione che confermò il sequestro preventivo dell’allevamento di cani beagle per la sperimentazione animale, ovvero che non esistono “zone franche”, senza limiti di legge. Dunque non tutto è lecito in allevamento e a fini sperimentali: per la prima volta in Italia in tre gradi di giudizio è stato sancito che questi ambiti di attività hanno dei limiti e se operano oltre la norma speciale commettono reato!

Una sentenza che fa giurisprudenza e che dimostra come le caratteristiche etologiche degli animali, anche se oggetto di sperimentazione animale o destinati a questa pratica, devono essere pienamente tenute in considerazione, e che non è possibile prevedere sistematicamente la loro uccisione o la mancanza di cure adeguate, solo perché “inservibili”.

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Foto: Filippo Venezia

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