I cani non stanno cercando di dominare il mondo. Non sono lupi socializzati che si sforzano costantemente di essere dei “super-cani”, e non sono nemmeno stati cablati per cercare di controllare ogni situazione.

Contrariamente a ciò che le tradizionali ideologie di addestramento hanno sempre creduto, la maggior parte dei problemi comportamentali dei cani derivano dall’insicurezza e/o dal desiderio di cercare e mantenere sicurezza e comfort ottenuti, non dal cercare di stabilire una gerarchia nel gruppo sociale di appartenenza.

Pertanto, insegnare ai cani “chi è il capo” forzandoli in uno stato di “sottomissione” è esattamente l’opposto di ciò di cui hanno effettivamente bisogno per apprendere in modo efficace e superare i problemi comportamentali.

Gran parte di questo fraintendimento deriva dall’erronea applicazione dei primi studi sui branchi di lupi in cattività nelle dinamiche dei nostri cani domestici.

Ci sono due problemi con l’estrapolazione degli studi sui branchi di lupi sui cani: 1) cani e lupi sono in realtà specie abbastanza diverse; 2) i risultati di tali studi sono stati successivamente smentiti dagli stessi scienziati che li hanno condotti.

Malgrado ciò, termini come “cane alfa” e “capobranco” sono diventati parte del lessico della nostra società. È interessante notare che, quando vengono usati per descrivere concetti umani di leadership e gerarchia, questi termini possono effettivamente essere utili e di solito non rappresentano un problema. Ma i problemi cominciano a sorgere quando attribuiamo questi concetti ai nostri cani domestici, credendo erroneamente che attribuiscano lo stesso valore, nella pratica di identificare chi è di rango superiore in una determinata situazione.

Resistere all’impulso di assegnare le nostre insicurezze umane a come crediamo che i nostri cani pensino e sentano è un prerequisito per essere in grado di comprendere e costruire relazioni veramente equilibrate e sane con i nostri cani.

La nostra comprensione della dominanza si è evoluta nel corso degli ultimi cinquant’anni mentre la moderna scienza comportamentale ha continuato a studiare le interrelazioni all’interno del mondo animale.

Per chiarezza è importante capire come la parola “dominanza” sia diventata così presente nel descrivere le relazioni sociali cane/cane e uomo/cane. Il termine “pecking order” o “ordine di beccata” era originariamente applicato per spiegare le gerarchie sociali degli uccelli domestici negli anni ’20 da ricercatori che osservavano che i polli stabilivano comunemente ciò che assumevano come rango sociale, beccando o minacciando di beccarsi a vicenda.

Da allora, studi più avanzati sulle gerarchie sociali sono stati condotti su molte altre specie, con i ricercatori che hanno scoperto che sebbene i membri dominanti di alcuni gruppi animali fossero più propensi di altri a mostrare comportamenti minacciosi o aggressivi, hanno più spesso affermato la loro influenza (posizione dominante) senza l’uso della forza. Altri membri del gruppo hanno appagato i loro coetanei offrendo comportamenti di deferenza (sottomissione) ai membri più dominanti.

In altre parole, le relazioni dominanti tra gli animali vengono generalmente esercitate senza l’uso della forza o la minaccia di aggressione, riducendo così il potenziale di conflitto.

È importante sottolineare che alcuni di questi studi sono stati condotti su gruppi di lupi in cattività, con i risultati (in quanto smentiti) erroneamente applicati al comportamento del cane domestico.

I teorici della cinofilia tradizionale, quella che usa ancora oggi in prevalenza metodi coercitivi per intenderci, hanno portato le persone a credere che le gerarchie sociali tra famiglie multidog e famiglie umane/cani siano rigide, con un “alfa” (cane o persona) in cima alla gerarchia e altri membri della famiglia umana o canina che si adattano bene sotto.

Sebbene esistano gerarchie sociali tra i cani, con alcuni cani che esercitano più controllo di altri, gli studi hanno dimostrato che tali dinamiche non sono fisse ma cambiano costantemente.

I cani che vivono in famiglie multidog, ad esempio, sono in genere in grado di modularsi tra loro in base al valore che ogni cane attribuisce a una risorsa. Ad esempio, alcuni cani potrebbero dare più valore a una risorsa alimentare, mentre altri potrebbero desiderare di privilegiare una posizione preferita per dormire. Un cane potrebbe non necessariamente (e di solito non lo fa) controllare l’accesso a ogni singola risorsa, ma controllerà solo quelle che ritiene essere di valore per lui. Per mantenere un ambiente sicuro e pacifico, un cane deve essere in grado di accettare il desiderio di un altro all’accesso di altre risorse. Si creano liti e lotte tra cani quando lo stesso valore viene posto su risorse come cibo, territorio, oggetti o persone e il desiderio di accesso prioritario aumenta la competizione e quindi il confronto.

Capobranco o solo un bullo? Coloro che fraintendono il predominio etichettano regolarmente cani aggressivi o dediti al controllo come “capobranco” o “cani alfa”. Ma la verità è che nella maggior parte dei casi quei cani agiscono semplicemente come comuni bulli. Quando si pensa in termini umani, il cortile della scuola può rendere prepotente il ragazzino più sicuro della classe o il più insicuro? Indiscutibilmente, i bulli non sono persone sicure, e il loro bisogno di controllare gli altri infliggendo danno fisico o emotivo è guidato da un’insicurezza acuta piuttosto che da un’abbondanza di sana autostima.

Mal diagnosticare il problema, prescrivere il trattamento sbagliato

La maggior parte del pubblico proprietario di cane è stato a lungo indotto a pensare che trattare la dominanza sia la chiave per risolvere la maggior parte dei problemi comportamentali del cane, quando la realtà è molto diversa.

Proviamo a pensare all’addestramento del cane in termini medici. Come ogni bravo medico ti dovrebbe dire, se non sappiamo qual è la causa principale di un determinato problema, non possiamo trattarlo efficacemente. Il processo di diagnosi e di trattamento può diventare offuscato quando un’eccessiva enfasi viene posta esclusivamente sui sintomi piuttosto che indagare sulle possibili cause alla radice.

Ovviamente, se diagnosticata male la malattia, di solito si finirà per applicare il trattamento sbagliato al paziente. Nel migliore dei casi, la cosa peggiore sarà ritardare il recupero del paziente. Idealmente, ci si renderà presto conto che il trattamento non funziona e si avrà l’umiltà di ammettere il proprio errore applicando il rimedio corretto. Nel peggiore dei casi, tuttavia, un piano di trattamento inappropriato basato sulla diagnosi errata aggraverebbe in realtà le condizioni del paziente, rendendo ancora più difficile la soluzione se e quando ce ne renderemo conto.

Sfortunatamente per i cani, una diagnosi errata dei loro problemi comportamentali legati alla “dominanza” di solito porta allo scenario peggiore. Le tecniche di modifica del comportamento prescritte tradizionalmente per impedire ai cani di “alzare lo status” sui loro proprietari di solito includono punizione, intimidazione e paura, esattamente l’opposto di ciò di cui i cani hanno realmente bisogno per superare la maggior parte dei loro problemi.

Le persone hanno permesso al loro concetto umano di dominanza (basato sull’accumulo di potere, stabilendo un rango più elevato e esercitando un controllo in modo violento) non solo di confondere la loro interpretazione delle relazioni canine e delle gerarchie sociali, ma tentano anche di dettare il metodo di gestire e addestrare (rendere destri) i cani anziché capirli e tirare fuori il meglio di loro.

Educatore cinofilo Luca Suman

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