Sono giorni che le pendici del Vesuvio sono devastate e rase al suolo da una serie di incendi dolosi, ma un particolare su come potrebbe essere divampato una parte del fuoco fa davvero rabbrividire.

Come denuncia il portavoce parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Paolo Bernini, sembra che questa serie di incendi sia “un chiaro disegno criminoso di distruzione di tutta l’aria Vesuviana e della sua preziosa biodiversità e che per essere messo a segno, parrebbe aver utilizzato anche gatti vivi cui viene dato fuoco come innesco dell’incendio”.

Gli incendi, quindi, oltre ad essere di natura dolosa, come ha confermato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, hanno dietro una logica – se si può – ancora più crudele: quella di usare i gatti come miccia per diffondere le fiamme più velocemente. Questo particolare, riportato per primo da IlMessaggero e da IlMattino, era stato categoricamente smentito dal Corriere della Sera, che aveva contattato la forestale. “I roghi in Campania sono tutti di origine dolosa, ma secondo le nostre fonti gli animali non c’entrano”, scriveva il quotidiano di via Solferino. Vista la diffusione di un dettaglio così macabro, il deputato Paolo Bernini si è recato nei luoghi interessati dai roghi “per verificare con i miei occhi” e quello che ha scoperto è assurdo.

Ieri sera, il grillino, quindi, è andato a Torre del Greco (Napoli) in via Montagnelle e ha scattato una foto che testimonierebbe quello che era stato denunciato in precedenza. Nell’immagine, infatti, si vede la carcassa completamente bruciata di un gatto tra le sterpaglie. Come scrive IlMattino, i gatti verrebbero presi come “povere vittime da sacrificare, cosparsi di benzina e dati alle fiamme, nelle loro disperata e inutile fuga hanno raggiunto la boscaglia più fitta dov’è impossibile intervenire con rapidità”.

La foto del deputatato del M5S parla chiaro. Ora la procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause del grande incendio che sta devastando la Campania.

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