Il divano ormai è da buttare, la nostra poltrona preferita ha visto giorni migliori e non osiamo più contare i fili tirati dei tappeti. Nonostante abbiamo disseminato la casa di giochini e tiragraffi, a molti di noi sarà capitato di notare che il nostro micio si incastra ancora in tessuti e tappeti. Ecco come risolvere il problema con i consigli di Arcaplanet, il tuo pet store a Molo 8.44.

I gatti che vivono abitualmente in appartamento e che non hanno accesso regolare all’esterno, non hanno la possibilità di limarsi naturalmente le unghie sugli alberi, o su superfici ruvide: questo, oltre a essere particolarmente pericoloso  per l’integrità del nostro arredamento, può causare dolori e infezioni per la crescita smisurata verso l’interno degli artigli, che possono rischiare di ferire i cuscinetti. Alcuni gatti, inoltre, soffrono di polidattilia, cioè presentano un dito in più, che generalmente non arriva a toccare il suolo e la cui unghia cresce a dismisura se non accorciata manualmente. Infine con l’aumentare dell’età, e con la diminuzione dell’attività fisica, anche i gatti che normalmente escono possono necessitare di un controllo in più e di una ‘manicure’ più frequente.

Come tagliare le unghie. Innanzitutto scegliamo un tagliaunghie adatto, specifico per gatti o per cani di piccola taglia. Ne esistono in commercio vari tipi, il consiglio è di non soffermarci su quello che costa meno: sceglierne uno robusto e ben affilato renderà l’operazione molto più rapida e semplice. L’ideale è aver abituato il nostro micio fin da cucciolo a farsi toccare o massaggiare le zampe, di modo che consideri il contatto nella zona dei cuscinetti normale. È importante anche scegliere un momento in cui il nostro felino è rilassato o assopito. Non pensiamo di sfinirlo facendolo giocare per mezz’ora: non solo non l’avremo stancato piegando le sue forze e la sua resistenza, ma l’avremo solo attivato in modalità “felino cacciatore”, pronto a sfoderare le unghie ma con tutt’altra finalità. Dopo averlo posato su un piano stabile (le nostre gambe, un tavolo o il pavimento) potremo procedere a schiacciare dolcemente i polpastrelli delle zampe anteriori per far uscire l’unghia, che è costituita da due parti: una parte rosa, che contiene i vasi sanguigni e le terminazioni nervose e una parte bianca (in questo sono del tutto simili alle nostre). Noi possiamo intervenire solo su quest’ultima, posizionandola verticalmente tra le due lame del tagliaunghie ed eliminandone solo la parte finale, stando ben attenti a non avvicinarci alla parte rosa. Ripetiamo poi l’operazione con le unghie delle zampe posteriori, ma solo se necessario: generalmente oltre a consumarle camminando, le regolano autonomamente rosicchiandole durante la toeletta. Quando invece sono troppo lunghe, spesso finiscono per ferirsi, grattandosi. Un taglio ogni quattro settimane ci dovrebbe consentire di tenere le unghie del nostro gatto della giusta lunghezza.

E se micio non collabora? Non tutti i gatti si dimostrano particolarmente disponibili a lasciarci intervenire sulle loro zampe. Con alcuni sarà necessario suddividere l’intervento in più giorni tagliando magari solo due o tre unghie per volta. Con altri potrebbe essere utile farsi aiutare da qualcuno, che si occupi di distrarre il nostro micio mentre sfoderiamo il tagliaunghie. Con altri ancora, infine, sarà opportuno chiedere aiuto al nostro veterinario o a un toelettatore di fiducia (rivolgiamoci a queste figure anche se non ci sentiamo sicuri e abbiamo paura di ferire il nostro gatto). In ogni caso, è importante premiare il nostro micio dopo ogni ‘seduta’ con un premietto goloso, così che impari ad associare questo momento a qualcosa di positivo.

Tagliare le unghie non basta. Mettiamoci l’anima in pace: tenere le unghie del nostro gatto ben curate non sarà comunque sufficiente a salvare la nostra poltrona preferita senza il giusto tiragraffi. “Farsi le unghie” è prima di tutto questione di DNA. Gli artigli dei  gatti crescono dall’interno verso l’esterno e ‘grattare’ è l’unico modo per eliminare lo strato vecchio e mantenerle affilate. A tutti noi è capitato di trovare per casa i resti di questi strati esfoliati, che si staccano anche quando procediamo noi con una periodica spuntatura delle unghie: pur accorciandole in lunghezza, infatti, non eliminiamo le parti morte che il nostro gatto deve eliminare da solo.

Scegliere il tiragraffi giusto. In commercio esistono una gran varietà di prodotti, con costi che partono da poche decine di euro fino ad arrivare a delle vere e proprie soluzioni “deluxe” da svariate centinaia di euro e che richiedono anche un certo spazio in casa per posizionarle. Posto che queste ultime – chiamate anche palestre per gatti – sarebbero le soluzioni migliori, perché offrono al nostro gatto più di un comfort (sono degli ottimi tiragraffi, ma anche delle casette in cui nascondersi, degli alberi casalinghi su cui arrampicarsi e giocare, dei luoghi sicuri e sopraelevati su cui poltrire in tutta tranquillità), anche un semplice tiragraffi base, se non abbiamo molto spazio e molto denaro da investire, può andare bene, l’importante è che abbia alcune caratteristiche fondamentali:

  1. deve essere stabile: la base deve essere larga e non deve oscillare così che il gatto non abbia la sensazione che facendosi le unghie rischi di tirarselo addosso;
  2. deve essere abbastanza alto: dobbiamo sceglierne uno che consenta al nostro gatto di allungarsi per bene. Farsi le unghie per il nostro micio è un po’ una forma di yoga: si rilassa, stira i muscoli e i tendini e si mantiene in forma;
  3. scegliamolo con un diametro abbastanza largo (almeno 8-10 cm) così che possa simulare il tronco di un alberello;
  4. quando lo cambiamo, buttiamo quello vecchio solo dopo che il nostro micio avrà preso confidenza con quello nuovo. Con dei guanti di cotone possiamo anche toccare ripetutamente il vecchio e il nuovo tiragraffi trasferendo i suoi ferormoni dall’uno all’altro.

La posizione è tutto. Acquistato il tiragraffi giusto è il momento di scegliere anche la posizione corretta. Farsi le unghie non è solo una necessità fisica, ma esprime anche un comportamento sociale: attraverso l’atto del graffiare il nostro gatto marca il territorio, comunicando il suo passaggio attraverso il rilascio dei ferormoni presenti nei suoi cuscinetti. E cosa c’è di più sociale in casa nostra del soggiorno e del divano? Non è forse sul divano che passiamo le nostre serate in famiglia guardando la tv o chiacchierando con gli amici? Va da sé che il nostro micio non voglia essere da meno e farci presente che anche lui ama stare lì con noi. Vietatissimo quindi mettere il tiragraffi in posti nascosti e privi di significato – dal punto di vista sociale ovviamente – come corridoi, camere da letto e ripostigli. Altrimenti sarà stato un acquisto vano.

Guidiamolo alla scoperta. È importante far scoprire al nostro gatto fin da piccolo quanto è bello usare questo oggetto. Il modo migliore è renderlo interessante per lui. Innanzitutto diamogli importanza: quando arriviamo a casa e lui ci viene incontro, avviciniamoci al tiragraffi e solo quando sarà vicino, o sopra (nel caso dei tiragraffi che lo permettono), salutiamolo e magari offriamogli un premietto, consolidando in lui la percezione positiva dell’oggetto. Inoltre facciamolo giocare intorno al tiragraffi (alcuni hanno già attaccato una cordicella con una pallina o un giochino): giocando a “predare” si attaccherà inevitabilmente con le  unghie al paletto di corda del tiragraffi scoprendo quanto è piacevole. Infine, se siamo in procinto di cambiare poltrone e divani scegliamo un materiale che sia meno invitante per il nostro micio: i gatti apprezzano le superfici rugose e le stoffe a cui facilmente posso tirare i fili. Scegliamo pertanto tessuti meno interessanti, come finta pelle, velluto e alcantara

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