Signor Gasparetto, la razza del Cane Pastore di Oropa è entrata a far parte a pieno titolo delle razze riconosciute dall’Enci: ci racconta il lungo percorso fatto per giungere a questo traguardo?

Primo passo – spiega a Newsbiella – è stata la costituzione nel 2004 dell’Associazione Amici Cane d’Oropa. Seguito da monitoraggi, girando da una baita all’altra, intervistando pastori, fotografando cani, individuando quegli esemplari con caratteristiche rappresentative del tipo presente sul territorio, più partecipazione costante a mostre ed ad esposizioni, infine seguendo la lunga e travagliata trafila di esami, domande, relazioni cliniche e morfologiche, prelievi, fotografie richieste dall’Enci”.

Cosa rappresenta questo riconoscimento per il territorio? 

“Il riconoscimento di una razza è parte integrante della cultura e delle tradizioni, oltre che dell’economia di questo stesso territorio”.

Quali sono le caratteristiche principali della razza?

“Il cane da pastore d’Oropa trae le sue origini nell’antichità da un’antica razza italiana diffusa in tutto l’arco alpino e prealpino ed utilizzata come cane da pastore per la guida del bestiame. Ancora oggi è possibile vedere questi cani al lavoro che accompagnano le greggi nel loro stagionale spostamento dalla pianura alla montagna e le mandrie di bovini al pascolo sia in pianura che in alpeggio. Sono cani di media mole, molto ben costruiti e proporzionati, con un fisico particolarmente agile ed attivo. E’ una razza sana, forte, e resistente. E’ di carattere buono, ma se occorre sa agire con decisione e coraggio, senza essere temerario. Le sue doti di intelligenza, di moderazione e di pazienza, ne fanno un perfetto cane da pastore, guardia e utilità idoneo agli impieghi più svariati, che impara con facilità. E’ un cane mediolineo, armoniosamente proporzionato, che accoppia eleganza e potenza, di taglia media, di muscolatura asciutta e forte, con tronco raccolto che tende al quadrato. Il pelo e mediamente corto o semilungo, liscio o ruvido. Grigio a macchie (blue merle), nero, tricolore, grigio a macchie con focature, fulvo, fulvo carbonato. Tutti i colori possono presentare aree bianche di superficie totale inferiore al 50% della superficie totale del mantello”.

E’ in atto una ‘politica’ di sviluppo e salvataggio della razza stessa?

“Con gagliarda vigoria e vivace entusiasmo ci pensano gli stessi cani”.

Ci racconta una storia particolare sul cane di Oropa che merita di essere narrata?

Ricorderei una recente esposizione di Cani D’Oropa semiautorizzata, all’interno di un’Esposizione Ufficiale di cani di sangue blu. Impettiti questi ultimi, sussiegosi, collare di Vuitton con brillantini, guinzaglio in pelle di lucertola, scortati dal loro handler, un professionista altamente specializzato nell’accompagnare cani alle mostre. I nostri cani d’Oropa invece erano scesi dai furgoncini dei pastori come guizaglio un pezzo di corda, come handler il figlio del pastore preoccupato di inciampare sui tappetini della mostra. Mortificati, sgomenti, intimiditi? Per nulla, i nostri cani sono sfilati impettiti, disinvolti e corretti come non avessero fatto altro tutta la loro vita, senza degnare di un’occhiata i loro ultratitolati profumatissimi consimili. Pareva dicessero: fatevi in là smidollati nullafacenti, siamo noi i veri cani di sangue blue, discendenti dai cani da pastore dell’antica Caldea e delle steppe asiatiche, terre natali della pastorizia”.

Il raduno di Vercelli potrebbe avviare nuovi progetti o partenariati?

“Non “potrebbe” ma “deve””.

l.l.

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