Chiesti otto mesi di condanna (pena sospesa) per il “torturatore di gatti”, accusato di aver scuoiato, ucciso e infine abbandonato davanti al cancello di una scuola un gatto nero. Le accuse di cui deve rispondere l’imputato 23enne, sono occupazione abusiva di proprietà privata e uccisione di aminali. La richiesta è stata avanzata dal pubblico ministero Formisano, mentre l’avvocato difensore del giovane, Franco Libori, ha chiesto l’assoluzione per “l’assoluta mancanza di prove per quanto riguarda l’uccisione del gatto ritrovato davanti alla scuola. Mentre per il reato di occupazione abusiva, “gli indizi non sono sufficienti a carico dell’imputato”. La difesa si è inoltre opposta a supplementi di indagine e alle richieste di misura di sicurezza personale avanzata da una delle parti civili. 

Dinanzi al giudice Noviello, anche le parti civili hanno avanzato specifiche richieste: per la Lav – Lega antivivisezione italiana sezione Perugia, assistita dall’avvocato Gemma Bracco, oltre al massimo della pena è stata chiesto un risarcimento pari a ventimila euro, mentre l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) ha avanzato un risarcimento pari a ottomila euro, oltre che l’applicazione della misura di sicurezza per l’imputato. Si torna in aula il prossimo 25 gennaio per le repliche e la decisione. 

Castel del Piano, nel garage degli orrori dove torturava gli animali: ecco gli strumenti

Il garage degli orrori a Castel del Piano Per le torture quotidiane avrebbe occupato abusivamente un magazzino dentro al quale sono stati ritrovati gli inquietanti strumenti per le sevizie: una ghigliottina in legno, siringhe, macete, accette, forbici da giardini, coltelli, fascette in plastica, cavi elettrici, pugnali di varie dimensioni, roncole e similari, provette di uso sanitario. Un vero e proprio “set dell’orrore”. L’indagine era iniziata il 29 settembre 2014 quando i Carabinieri di Castel del Piano intervengono presso una scuola dell’infanzia del territorio dove è stata segnalata la presenza della carcassa di un cucciolo di gatto scuoiato ed appeso sulla parte superiore del cancello pedonale del plesso scolastico.

I cartelli davanti al tribunale Proprio in occasione della nuova udienza a carico del presunto colpevole, che ha scelto la formula dell’abbreviato per essere giudicato, non sono mancati cartelli di “solidarietà”  da parte delle associazioni  agli animali seviziati e uccisi.  “Per non dimenicare che la giustizia è uguale per tutti, anche per loro. E che siamo tutti qui a pretenderlo”. 

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