Empoli, 1 aprile 2018 –  Un mistero  che si infittisce e una buona notizia. Partiamo da questa. Aramis, l’ultimo dei dieci cani avvelenati nella villa del noto imprenditore Lionello Briganti,  in via Signorini a Villa Campanile, nei pressi di Orentano, nel territorio di Castelfranco di Sotto (Pisa), sembra avercela fatta.

A distanza da un mese l’eccidio dei pastori tedeschi è ancora avvolto nella nebbia delle ipotesi che le analisi e gli esami autoptici delle carcasse, non hanno del tutto diradato. «Si pensa che possa essere stata una miscela di più veleni, magari riconducibili ai topicidi – commenta Briganti, titolare di un noto ristorante a Firenze – e ciò sinceramente aumenterebbe il dolore perché significa premeditazione e studio accurato di un sistema per ammazzare povere bestie non con un semplice ratticida, ma addirittura con un potente mix, per rendere questo cocktail ancora più letale. Sembrerebbe che siano state sostanze in polvere, diverse da quelle attualmente in commercio. Magari sono state preparate in modo specifico per la mattanza dei miei pastori tedeschi. Il fatto che non si trovino facilmente in commercio aprirà nuovi spiragli investigativi, almeno così spero. Confermo – dichiara il commerciante – che darò in premio una somma di denaro consistente, alcune migliaia di euro, a chi mi fornirà informazioni utili. Andrò avanti fino a che potrò, voglio scoprire l’identità di questa persona che anziché rifarsela con il sottoscritto – conclude Briganti – ha pensato bene di vendicarsi in modo subdolo e vile. Aramis? Per ora sta bene, più passa il tempo siamo ottimisti. Gioca nel prato ma è spaesato, perché si trova da solo». Tutta da verificare l’ipotesi dell’utilizzo di polvere di ginkgo, una pianta relitta risalente al Permiano, ancora esistente il cui nome deriva da yìng, argento e xìng, albicocca.

Massimo Stefanini

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