caccia

“Ho letto la DETERMINAZIONE N. 457 DEL 14/07/2016 Collaborazione tra il Comune di Campi Bisenzio (FI) e Federcaccia Toscana Sezione Provinciale di Firenze per la promozione di cani ex randagi ricoverati in strutture convenzionate. “(…) attualmente il Comune, non dispone di una struttura per l’accoglimento degli animali e si trova nella necessità di rivolgersi ad una struttura privata; (…) Dato atto che: – (…) Federcaccia Firenze,si è resa disponibile attraverso i suoi associati, a favorire l’adozione dei cani (…); – Federcaccia Firenze opera per affermare una moderna cultura della conservazione e dell’uso razionale e sostenibile delle risorse naturali, promuove il ruolo della caccia e dei cacciatori quali componenti essenziali della tutela dell’ambiente e dello sviluppo equilibrato e sostenibile dell’ecosistema e dell’economia rurale attuando le azioni necessarie di carattere politico, promozionale, gestionale, informativo, formativo e ricercando collaborazioni e convergenze con associazioni, enti, gruppi ed organizzazioni di ogni tipo con i quali si verifichi comunanza d’intenti e programmi. – l’affidamento di alcuni cani non comporterà nessuna spesa per l’Amministrazione e quindi è da ritenersi un’offerta vantaggiosa soprattutto per trovare una nuova collocazione a questi animali;(…)”
Probabilmente Il Comune di Campi Bisenzio è rimasto abbagliato dalla campagna promozionale dei cacciatori toscani che vanta le ore di “volontariato” a disposizione dell’ambiente. Peccato che quel volontariato provochi un dispendio di forze loro e sangue altrui.
Oltre a subire la presenza della caccia dobbiamo anche affidare i cani nelle mani di questi sportivi sui generis che dei cani hanno una considerazione puramente materiale, sfruttandoli come strumento seriale, soprattutto per la caccia al cinghiale, una delle più crudeli, brutali e pericolose nell’attività venatoria. I cacciatori in squadra si preparano alla braccata coi cani; individuati, inseguiti, scovati i cinghiali, aizzano i cani contro le disgraziate vittime a scatenare una lotta agghiacciante.
https://www.youtube.com/watch?v=Gur2BD8M3J8
https://www.youtube.com/watch?v=o66iNTTV3Sw
https://www.youtube.com/watch?v=tVRHe2LC2r8
https://www.youtube.com/watch?v=ZAgN6BUTFuI
La legge 281/1991 definisce i cani “animali d’affezione” ma i cani dei cacciatori non sono animali d’affezione, non si vedono a passeggio con le loro famiglie, nel giardino di casa, in vacanza; sono soltanto mezzi per uccidere come lo sono i fucili. Le leggi di tutela, non vengono applicate ai cani dei cacciatori che spesso li abbandonano perché non servono più; non a caso nei canili i cani da caccia sono sempre in buon numero.
La caccia al cinghiale è crudele anche per la “preparazione” che comporta: cuccioli di cinghiale siano introdotti nei recinti affinché i cani si esercitino in quella che sarà poi la caccia vera e propria. Questi cuccioli terrorizzati cercano la fuga inutilmente, vengono inseguiti fino a che soccombono impazziti di paura, dilaniati dai morsi dei cani eccitati dal sangue e dalle grida dei cacciatori. https://www.youtube.com/watch?v=dlTYm-Xw4CA
La legge 157/1992 disciplina l’attività venatoria ma se nel contesto di questa attività un soggetto maltratta gli animali, essi purtroppo non sono tutelati dalla legge 189/2004 che punisce il maltrattamento degli animali.
L’amore che i cacciatori sbandierano per i loro cani non trova riscontro in ciò che spesso scrivono sui loro siti web http://www.cinghialeoperaomnia.it/sicurezza-e-pronto-soccorso/pronto-soccorso-per-i-cani/  “Il cane nella caccia al cinghiale è costantemente al fronte. È lui che porge il petto nell’assalto all’arma bianca del nemico. E le ferite se non sono mortali sono ugualmente profonde e dolorose. (…) è tuttavia frequente che il cane nel corso della sua carriera le buschi. Quando accade è la fortuna che deve darci una mano. Una ferita superficiale aiuta il nostro amico a capire che il cinghiale va trattato con le pinze; una ferita profonda ci fa correre dal veterinario. Il reiterarsi di incidenti invece ci fa comprendere che quel determinato soggetto va accantonato; arreca danno a se stesso, ci fa spendere soldi per cure e medicine ed aumenta in modo esponenziale il coefficiente di rischio anche per i compagni che cacciano al suo fianco. Nel contatto con il cinghiale la fuga non è disonorevole. Il cane che al primo accenno di carica scatta indietro come una molla è un cane furbo, che tiene alla sua pelle. I brocchi restano lì a ciondolare e a far da bersaglio. I matti vanno a morire. (…)”
I cani da caccia non sono affatto matti ma li si fa ammattire col trattamento che si riserva loro.
Contrariamente a ciò che può apparire, il peggio non arriva dalle associazioni venatorie ma dal Comune di Campi Bisenzio che ha determinato questa collaborazione con loro.
In certi Comuni, decisamente più lungimiranti di Campi Bisenzio, ci si rifiuta addirittura di dare in adozione cani a famiglie in cui vi sia la presenza di cacciatori. A Leccehttp://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/368756/-non-si-affidano-cani-da-caccia-a-cacciatori-.html ; a Genova http://www.petsblog.it/post/660/genova-i-gestori-di-un-canile-non-danno-in-adozione-i-cani-ai-cacciatori ; a Mantova  http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/01/14/news/padrone-cacciatore-niente-cane-1.12776551
La caccia è legale ma non tutto ciò che è legale è moralmente accettabile ed è ora che le istituzioni, nell’esercizio della legalità ma anche della discrezionalità, prendano le distanze da queste inquietanti collaborazioni”.

Paola Re, Responsabile petizioni FRECCIA 45 Associazione per la protezione e difesa animale

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