«Collarino era un meticcio di circa un anno, un cane buono e nessuno avrebbe avuto motivo di ridurlo in quelle condizioni». A parlare a Meridionews è Rossella, la responsabile di zona di Francofonte dell’associazione Tara Green World, una delle quattro volontarie che, nel pomeriggio di sabato scorso, ha trovato l’animale riverso a terra con un ampio foro all’altezza della gabbia toracica e privo delle interiora. Il randagio è stato ritrovato all’interno dell’autoparco di proprietà comunale dove i volontari accudiscono circa 60 cani, fra adulti e cuccioli, salvati da maltrattamenti o accolti dopo un abbandono.

«La verità è che lì quei cani non li vuole nessuno – lamenta la volontaria -. È stato il sindaco a metterci a disposizione il posto, ma in quei locali entra ed esce chi vuole perché il cancello è sempre aperto e abbiamo anche il sospetto che a molti questi cani diano proprio fastidio». Dopo il massacro di sei cuccioli a giugno, nel solo mese di ottobre sono altrettanti i cani morti per avvelenamento all’interno dei box «e questo significa – spiega – che c’è qualcuno che appositamente lancia loro qualcosa di avvelenato».

Nessuna telecamera nell’area, diventati ormai anche un deposito di vecchi motorini e vecchie macchine, in cui mancano anche la corrente elettrica e l’acqua. «Ci sarebbe un custode – racconta la volontaria -, dovrebbe vedere chi entra e chi esce ma a lui non piacciono i cani, ma comunque pare non veda, non senta e non parli proprio come fece anche quando a questi stessi locali fu dato fuoco». Per l’associazione è certo il coinvolgimento di qualcuno nella morte del cane. «C’è stato chi voleva farci credere che a ridurre Collarino in quelle condizioni fosse stato un altro animale, ma il veterinario ha escluso questa possibilità trovando la cassa toracica rotta e la carcassa completamente ripulita. I carabinieri venuti sul posto – prosegue la volontaria – hanno parlato anche dell’ipotesi di un rito satanico forse fatto in occasione dell’avvicinarsi della tradizionale festa di Halloween».

Mentre sono ancora in corso le indagini dei carabinieri per accertare le responsabilità di questo gesto e l’eventuale collegamento con le altre vicende dei mesi precedenti, la delegazione di Tara Green World chiede di prendere delle misure per prevenire ulteriori atti simili. «Chiediamo che vengano messe delle telecamere e che si vigili meglio per evitare che chiunque possa entrare tranquillamente in quei locali, oppure che ci venga assegnato un altro posto in cui accogliere questi cani. Non possiamo rischiare – aggiungono – di trovare ogni giorno cani ridotti in questo stato». Dall’amministrazione comunale, però, per il momento nessun segnale. «Siamo amareggiate, ci aspettavamo una telefonata da parte del sindaco o dell’assessore al randagismo e invece niente solo indifferenza», conclude la volontaria.

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