PETIZIONE DELL’ONOREVOLE BRAMBILLA

Pochi Won per acquistare la zuppa e l’insalata di​ carne di​ cane​, animali chiusi in gabbie anguste in attesa solo di venire macellati. Sono immagini forti quelle mostrate nel video “Corea del Sud, l’orrore è servito”, prodotto dalla World Dog Alliance, e che documenta la crudele consuetudine del consumo di carne di cane, ancora largamente diffusa nel Paese asiatico.
Il documentario è stato presentato dall’on. Michela Vittoria Brambilla​ – ​presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e portavoce per l’Italia della World Dog Alliance​​ – in occasione dell’inizio dei Bok Nal, espressione con cui i coreani designano le giornate più calde dell’estate secondo il calendario lunare.
Durante questo periodo dell’anno, che è iniziato il 17 luglio e terminerà il 16 agosto, è usanza comune quella di consumare la boshintang, tradizionale zuppa di carne di cane che si ritiene sia rinvigorente. Tradizione diffusa principalmente tra le fasce più anziane dalla popolazione (anche se il 60 % dei coreani afferma di consumare carne di cane) e che ogni anno costa la vita a oltre un milione di cani.
«Il governo italiano e i partner europei – ha spiegato l’onorevole Brambilla – devono invitare le autorità della Corea del Sud a mettere fuori legge il consumo e il commercio di carne di cane e valutare l’opportunità, in caso di risposte insoddisfacenti o evasive, di boicottare le Olimpiadi invernali del 2018, che sono state assegnate alla provincia coreana di Pyeongcheang. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta barbarie. Il fatto che avvenga in un Paese lontano non ci autorizza a volgere lo sguardo altrove. Sappiamo che l’usanza di mangiar carne di cane, considerata con disgusto in Occidente, è fonte di imbarazzo per le autorità coreane. Nell 1988, quando i giochi olimpici estivi si svolsero a Seul, gli organizzatori locali fecero il possibile per nascondere agli ospiti stranieri qualsiasi traccia del crudele business. Non molto è cambiato da allora».
Per chiedere che questa crudeltà perpetrata nel nome della tradizione venga fermata, è stata lanciata una raccolta firme.
Con la petizione si chieda al Governo Italiano, al Ministro degli Esteri e all’alto rappresentante Ue per la politica estera di sollecitare i governi di Cambogia, Cina, Laos, Corea del Sud, Thailandia e Vietnam perché si impegnino a porre fine all’uccisione di cani e gatti a scopo alimentare, per ottenere pellicce o altri sottoprodotti.

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