Baciare il cane è pericoloso

La leccatina del cane è pericolosa per la salute dell’uomo. Attenzione: se il cane bacia il viso del padrone questo rischio di ammalarsi

Capita molto spesso di farsi leccare dal cane sul viso e sfregare la propria pelle e contatto con il suo muso, chi ha un cane lo sa. Ma sul New York Times alcuni medici e veterinari hanno messo in guarda dai baci canini sul viso, in particolare su bocca, naso e occhi del padrone umano. La maggior parte delle volte la bocca dell’animale è “un enorme coacervo di batteri, virus e lieviti”, spiega Neilanjan Nandi, medico del Drexel University College of Medicine di Filadelfia (Usa).

Se è vero che la saliva del cane contiene proteine che possono aiutare a pulire e ‘disinfettare’ le ferite dell’animale, ci sono anche alcuni organismi unici dei cani che noi non siamo in grado di tollerare o combattere. In pratica, alcuni batteri nella bocca del pet possono, se trasmessi all’uomo, causare malattie. Fra i comuni batteri zoonotici, per esempio, il clostridium, l’E. coli, la salmonella e il campylobacter. Dunque meglio dire addio alle leccatine? Non è proprio così. “Quando la saliva del cane tocca la pelle umana intatta, in una persona sana è molto difficile che possa causare problemi”, rileva Kaplan. Ma i patogeni e la saliva canina possono essere assorbiti più facilmente se vengono a contatto con naso, occhi e bocca umani. E, benché la trasmissione di malattie in questo modo sia comunque rara, Kaplan consiglia di evitare di farsi leccare queste parti del viso dal cucciolo di casa.

Le infezioni causate dagli animali: il congresso internazionale SIMIT

Tra le infezioni emergenti, quelle trasmesse da insetti vettori quali zecche e zanzare, destano preoccupazione tra gli specialisti. L’attenzione è alta anche in seguito all’allarme degli scorsi mesi sul virus Zika che, ad oggi, sembra però di non avere grandi probabilità di diffusione in Italia.

IL CONGRESSO – Sino al 19 ottobre Baveno sarà il centro del dibattito sulle infezioni in occasione del 15° Congresso Internazionale SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Più di 800 gli specialisti presenti, provenienti da tutta Italia e dall’estero. L’appuntamento, organizzato dal Prof. Gaetano Filice, Direttore dell’Unità di Malattie Infettive del Policlinico San Matteo, Pavia, e dal Prof. Domenico Santoro, Direttore dell’Unità di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera S. Anna di Como, approfondisce temi  quali antibiotico-resistenza, malattia da HIV, epatiti virali e loro terapia, malattie tropicali e parassitarie, infezioni nel paziente immuno-compromesso, infezioni correlate all’assistenza.

INFEZIONI EMERGENTI – I due casi segnalati in Spagna di Febbre emorragica Congo – Crimea meritano una riflessione introduttiva al tema delle infezioni emergenti. “Va sottolineato – spiega il Prof. Massimo Galli, Vicepresidente SIMIT, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano – che la specie di zecche implicata nella trasmissione di questa malattia non è mai risultata, al di sotto delle Alpi, portatrice del virus. Esiste quindi, e si spera resista, una separazione geografica e probabilmente biologica, tra le zecche “italiane” e quelle di Spagna e dell’Europa Orientale. Speriamo quindi di poterne restar fuori, anche se è sicuramente opportuna una intensificazione della sorveglianza. Siamo già invece interessati da un’altra malattia virale trasmessa da zecche, l’Encefalite da Zecche, di cui si sono già stati registrati numerosi casi nelle regioni del Nord est del Paese e per la quale esiste un vaccino efficace. Attenzione anche all’infezione da virus West Nile trasmesso dalle zanzare comuni e presente da tempo, in particolare in Pianura Padana”.

FOCUS SUGLI ANIMALI DOMESTICI – Tra le tematiche che saranno discusse in maniera interdisciplinare coinvolgendo i veterinari, una particolare attenzione verrà attribuita alle patologie di frontiera tra animali da compagnia o da reddito e l’uomo. “Si farà in particolare il punto sulla Leishmaniosi – prosegue il Prof. Galli – il cui serbatoio tra i cani si va allargando, anche in considerazione di quanto è accaduto negli scorsi anni in Spagna, in particolare nell’area di Madrid,  con una importante epidemia umana causata dalla diffusione a partire da un serbatoio alternativo, le lepri selvatiche di un parco pubblico, e dalla grande disponibilità di vettori, in questo caso pappataci, dovuta probabilmente a fattori climatici favorevoli. Va anche ricordato che quando l’animale domestico è un rettile, una tartaruga o un’iguana, incredibilmente anche queste ultime sono molto di moda, è imperativo maneggiarlo con cura. Le feci di questi animali albergano di regola salmonelle in grado di infettare anche l’uomo. I ratti domestici, divenuti di recente di moda, in Inghilterra e in Danimarca sono stati segnalati portatori del virus Seul, responsabile della febbre emorragica coreana con sindrome renale. Mettersi in casa un animale selvatico poco noto può riservare brutte sorprese. L’anno scorso sono stati segnalati in Germania tre decessi in persone il cui unico punto in comune era essere allevatori di un grazioso scoiattolo dell’America Centrale (Sciurus variegatoides) che a loro ha passato un virus precedentemente sconosciuto, e a maggior ragione mai osservato dall’uomo, che ha a loro causato una encefalite mortale. Lo scrigno di Pandora è ancora e sempre pieno”.

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