Lunedì, 09 Novembre 2015 16:38

belgian blue 2 640x324Otto bovini piemontesi e di razza “Blu belga” resi valdostani grazie a marche auricolari e microchip rimossi da mucche autoctone.
C’è anche un veterinario dell’Usl indagato per non aver denunciato la falsificazione dell’origine di tre mucche e un allevatore che avrebbe somministrato illecitamente ormoni umani ai suoi bovini. Il bilancio è di 6 animali maltrattati e uccisi, 17 carcasse smaltite illecitamente, 38 forme di formaggio “insudiciate” e invase da parassiti.

Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai 14 indagati nell’inchiesta “Blu belga”, condotta dal corpo forestale valdostano e coordinata dal pm Luca Ceccanti.
Gli indagati dalla Procura sono quattordici fra cui un veterinario dell’Usl valdostana, di Andrate (Torino). I fatti risalgono al maggio di quest’anno.

I capi d’accusa – Il veterinario del servizio d’Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Usl della Valle d’Aosta, è indagato per omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale: per la procura, essendo a conoscenza dell’introduzione nel territorio valdostano dei tre bovini senza elementi identificativi e introdotti in violazione della legge, omise di denunciare il reato.
Per gli altri si va dal falso alla soppressione di atti veri:gli acquirenti dei bovini dopo averli acquistati da aziende non valdostane, senza effettuare alcuna dichiarazione, apposero sugli animali quattro marche auricolari appartenuti a suoi bovini che erano deceduti. Ottennero quindi l’iscrizione all’anagrafe bovina sulla base di dati falsi. Trai documenti falsificati anche alcuni relativi al trasporto.
Per un allevatore c’è anche il maltrattamento e uccisione di animali: per la procura, nel maggio del 2015 nel suo allevamento  senza necessità provocò la morte di sei bovini, tenendoli in un box di dimensioni ridottissime e ricoperti di escrementi. Avendo smaltito le carcasse degli animali nella sua stessa azienda agricola, si indaga anche per gestione di rifiuti non autorizzata.
Per gestione di rifiuti non autorizzata (smaltimento di carcasse nella concimaia e abbandono di  carcassa bovina nel fienile sono coinvolti altri nominativi, rei anche di avere prodotto 28 forme di formaggio “insudiciate” e invase dai parassiti, con la presenza del batterio “listeria monoctygenes”, detenendole per il commercio.
Fra i capi d’accusa affiora anche l’esercizio abusivo di professione: per la procura un indagato somministrò in diverse occasioni fiale di medicinale “prontogest”.
Per alcuni reati è contestata la “recidiva reiterata infraquinquennale”. Contestata anche la  violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.
Gli indagati sostituirono le marche identificative e gli auricolari per occultare la reale provenienza e facendo risultare una “progenie” diversa da quella effettiva. Ottennero infine l’iscrizione all’anagrafe bovina sulla base di dati falsi e per animali con provenienza diversa da quelli effettivi, ingannando quindi i funzionari dell’Arev.

Gli indagati possono ora presentare memorie difensivi e chiedere di essere ascoltati dal pm, che – alla luce degli elementi raccolti – deciderà poi se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio per ogni singola posizione.

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