Un metodo medievale, cruento e anacronistico, quello introdotto per la prima volta a Roma ieri pomeriggio, nel cuore di Trastevere, dove cinque falchi avranno il compito di “fare la guerra” agli storni. Obiettivo della presenza dei falchi: allontanare e scacciare questi uccelli dai loro dormitori e quindi evitare strade, macchine e scooter ricoperti di guano.

“Un ritorno al passato, tanto inutile quanto barbaro, perché l’addestramento dei falchi,  oltre a non costituire una soluzione per regolare la presenza degli storni, si basa sul grave maltrattamento al quale sono sottoposti questi rapaci sin da piccolissimi di fronte a un problema di guano e prevenzione degli incidenti, che sta a cuore ovviamente a tutti i cittadini, noi compresi, l’Amministrazione sta dando una risposta ridicola e inconsistente”.

E’ paradossale che siano proprio il Dipartimento Ambiente del Comune e il I Municipio, i primi a contraddire venti anni di politiche di utilizzo di metodi incruenti e a violare un Regolamento comunale di tutela degli animali!” che ne chiede il  blocco immediato e il sanzionamento da parte del Corpo della Polizia di Roma Capitale ai sensi dell’articolo 48, poiché “è vietato il rilascio in ambiente di volatili, ad eccezione di quelli curati dagli autorizzati Centri di Recupero Animali Selvatici”. E, in ogni caso, “le azioni di contenimento del numero dei volatili in libertà o tutela di talune aree, non possono essere esercitate con metodi cruenti” come è evidentemente questo, sia per il maltrattamento dei rapaci, sia perché i falconieri non possono garantire al cento per cento che nessuno storno venga attaccato e ucciso.

“La prova di volo avvenuta ieri a Trastevere, dovrà essere l’ultima, anche perché la sua reiterazione renderebbe normale, agli occhi dei cittadini, l’utilizzo di falchi addestrati, sottoposti ai comandi del falconiere, con le sofferenze che ciò comporta per gli animali”.

Per poterli “addestrare”, infatti, i piccoli falchi vengono sottratti al nido quando ancora non possono volare e trasferiti nella gabbia del falconiere che diventerà il loro luogo di detenzione a vita. I rapaci saranno quindi costretti a vivere ogni giorno legati ad un trespolo, dal quale saranno rimossi solamente in occasione dei voli di addestramento. Animali nati quindi per volare per lungo tempo allo scopo di procurarsi il cibo, vengono sottratti ai genitori prima ancora di imparare a volare, allo scopo di essere utilizzati come “spaventapasseri”.

COMUNICATO INTEGRALE

Foto: fonte Repubblica.it (Foto Angelo Franceschi/F3Press)

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