14/maggio/2018 – h. 10.42

CESENATICO Tornerà a nuotare libera in mare e in ottima salute domani, 15 maggio, Erica, la tartaruga marina della specie Caretta caretta pescata moribonda nel novembre scorso dalla Motonave Rimas di Cesenatico e curata all’Ospedale delle Tartarughe di Riccione. Sei mesi sono stati sufficienti a curare definitivamente questo grosso esemplare di rettile che, impigliato probabilmente nelle reti da pesca, stava affogando e aveva persino riportato stiramenti ai muscoli degli arti, per i quali Erica è stata sottoposta a circa 10 ore di trattamenti fisioterapici. 

La liberazione – domani, martedì 15 maggio, alle 11.30 alla spiaggia di Ponente, a Cesenatico – di Erica, 15 anni circa, rientra nelle azioni del progetto Conoscere, Vivere, Proteggere L’Alto Adriatico, coordinato dal Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità Polo Adriatico e finanziato con il Bando Infeas 2017 – Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia della Regione Emilia-Romagna. Il progetto ha come obiettivo diffondere la conoscenza della ricchezza in biodiversità dell’ecosistema marino costiero dell’Alto Adriatico e approfondire le problematiche legate a una gestione integrata delle zone costiere, in modo da promuovere e diffondere una responsabilità collettiva rispetto alla protezione e conservazione del territorio. Nell’ambito delle azioni formative e di sensibilizzazione rientrano gli eventi di rilascio delle tartarughe marine che sono stati organizzati a rotazione in 7 diverse località (Riccione, Rimini, Cesenatico, Cervia, Marina di Ravenna, Lido di Volano, Porto Garibaldi) e sono rivolti a adulti e bambini, cittadini, turisti, stakeholder, istituzioni. Gli eventi prevedono un primo momento di divulgazione sulle tartarughe marine, i rischi che corrono nei nostri mari e più in generale sulle tematiche ambientali. 

Domani assisteranno alla liberazione di questo meraviglioso rettile marino anche sei classi della scuola media Dante Arfelli di Cesenatico. Le ultime rilevazioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) censiscono circa 70mila tartarughe marine nel Mare Adriatico, la metà delle quali tra Ancona e Trieste, prevalentemente della specie Caretta caretta, rettili che depongono le uova sulle spiagge dello Ionio, dell’Egeo, del nord Africa e in altri siti dell’Italia meridionale, e che poi vengono ad alimentarsi nel nostro mare. 

“A Riccione – spiega Sauro Pari, Presidente della Fondazione Cetacea Onlus – gestiamo l’Ospedale delle Tartarughe, con 42 “posti letto” (vasche singole) e altre strutture che forniscono cure mediche, compresa la TAC e trattamenti fisioterapici. Quando i pescatori o le capitanerie di porto ci segnalano una tartaruga in difficoltà la curiamo e poi, se sopravvive la liberiamo in mare. Dall’inizio dell’anno abbiamo “ospedalizzato” 28 tartarughe, e sono oltre 600 quelle che abbiamo curato e rilasciato in mare negli ultimi dieci anni”. 

“Il nord Adriatico è un’area di alimentazione per le tartarughe marine, sia adulte sia giovanili – spiega Carla Ferrari, Direttore della Struttura Operativa Daphne dell’Arpae dell’Emilia Romagna – e l’interesse del Ministero Ambiente e Tutela del territorio e del mare, con il coinvolgimento delle Regioni, è rivolto a salvaguardare la tartaruga marina. Pertanto le azioni che si pensa di mettere in campo sono costituite dall’utilizzo di reti a strascico con vie di fuga per impedire la cattura accidentale di tartarughe e dall’individuazione di aree di tutela in Adriatico per aumentare le aree di salvaguardia”.  

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