Aspetti giuridici e dati sui lasciti testamentari a favore del proprio amico a quattro zampe

di Gabriella Lax Un milione di euro al proprio cane. E’ quanto avvenuto di recente a Pavia dove un uomo ha deciso di lasciare la propria eredità al cane. In realtà sono in aumento i testamenti a favore dei propri animali domestici. Ma questo si concilia con le leggi italiane?

Muore e lascia un milione di euro al cane

La notizia, riportata dal Corriere, riguarda un anziano che ha lasciato in eredità un milione di euro ai suoi due cani e ai loro «amici». C’è sempre il rischio della «bufala» dietro a episodi di questo genere che ricorrono nelle cronache dei giornali. Questa volta invece la volontà del «de cuius» è andata a buon fine e a testimoniarlo c’è la chiusura di una procedura testamentaria da parte del tribunale di Pavia. Poco più di un anno fa un uomo residente nella zona morto senza parenti diretti aveva espresso la volontà che i suoi averi fossero destinati al mantenimento di due cagnolini che gli avevano tenuto compagnia e ad associazioni che tutelano gli animali. Così è stato: generosità e senso di riconoscenza verso «i migliori amici dell’uomo» si sono tradotti in un lascito per un milione di euro complessivi.

La persona che ha effettuato la donazione – racconta Francesca Zambonin, la legale che si è occupata del caso – è morta senza moglie e figli, senza nessun congiunto a cui spettasse per legge una parte dei suoi beni ma solo dei lontani cugini». Il desiderio espresso era a questo punto garantire una serena sopravvivenza ai due cagnolini che stavano nella sua casa. Nominarli eredi? «Ma questo non è consentito dalla legge – specifica l’avvocato Zambonin – perché gli animali non possiedono personalità giuridica».

Gli animali nell’ordinamento italiano

Nell’ordinamento italiano, infatti, gli animali sono considerati dei beni materiali e, in quanto tali, non sono considerati capaci di ricevere beni in eredità: possono essere beneficiari di testamento, infatti, esclusivamente le persone.

Nominare erede il proprio cane o il proprio gatto, di conseguenza, equivale per il diritto a nominare erede la propria auto, ovvero si tratta di un atto privo di qualsivoglia validità giuridica.

Il sì del tribunale

Per l’anziano è stato così necessario precisare nel testamento il cosa e il come: a un vicino di casa del defunto sono stati affidati i cani e gli sono stati devoluti 20.000 euro. Con l’esatta disposizione che li spendesse per mantenere e curare i due animali. La villetta in cui il defunto abitava e i suoi risparmi in banca sono andati invece a due associazioni animaliste perché avviassero progetti di cura e assistenza agli animali abbandonati.

Il testamento era olografo, vale a dire scritto di pugno dal donatore ma non controfirmato da un notaio. E’ stato necessario dunque coinvolgere il tribunale di Pavia perché il documento venisse validato, per accertare che non ci fossero opposizioni e che non ci fossero debiti pendenti. Una procedura complessa ma che è andata a buon fine. I cani e la loro relativa «dote» sono stati accolti dai nuovi padroni, le associazioni hanno messo in vendita la villetta e si trovano in cassa soldi per finanziare le loro attività.

L’avvocato: «Si può fare»

«Casi di questo genere stanno diventando sempre più frequenti – riferisce ancora l’avvocato Zambonin che collabora anche al servizio AvvocatoAnimali.it – e veniamo contattati da persone che vogliono lasciare qualcosa in eredità al loro animale domestico ma temono che le loro disposizioni non vengano eseguite. Si può fare, basta seguire le norme del codice civile che però non consente di nominare eredi il cane Fido o il gatto Fuffy. Per la legge italiana infatti gli animali sono “beni mobili” alla stregua di un televisore o un quadro. Occorre dunque nominare un esecutore testamentario che vigili sulla corretta attuazione delle volontà del defunto». Anche la Lav lo scorso settembre aveva organizzato una iniziativa per informare sulle possibilità di nominare eredi gli «amici a quattro zampe».

«Gli animali sono gli esseri più deboli della terra, per questo ho deciso di dedicare a loro la mia vita nominando la Lav nel mio testamento». Queste le parole di una delle tante testimonianze di persone che decidono di lasciare i loro averi agli animali. n amore che continua oltre la vita per i padroni più amorevoli che decidono di pensare al dopo, a quando loro non ci saranno più.

Lav, sempre più italiani scelgono di fare testamento a favore degli animali

I dati sulle donazioni testamentarie a favore di animali specificano che ad effettuarle sono soprattutto donne (nel 60% dei casi). Inoltre, nella metà dei casi, il valore del lascito non supera i 20.000 euro e la domanda più frequente che viene rivolta ai notai riguarda i diritti dei familiari.

Per approfondimenti vai alla guida legale sulle successioni.

Lav, i risultati realizzati e gli impegni presi grazie ai lasciti testamentari

Con le donazioni testamentarie, come si legge sul sito dell’associazione, la Lav ha realizzato una serie di obiettivi: ha acquistato 23 ettari di terreno per un centro recupero animali che provengono da sequestri e confische per maltrattamenti, un fenomeno molto diffuso. Si è provveduto alla cura, al recupero e l’adozione dei cani del canile Parrelli di Roma: circa 300 gli animali in affido a famiglie, mentre ancora 12 cani sono in cerca di accoglienza e al recupero di numerosi animali – esotici, selvatici e ‘da allevamento’ – tra cui due colonie di macachi sottratti alla sperimentazione. Ed ancora la Lav ha rilevato la gestione di alcune aree interne al Centro di Recupero di Semproniano ed ha costruito due nuove aree di accoglienza di 16 ettari per animali esotici e una di 7 ettari per accogliere animali ‘da reddito’ (bovini, suini, ovini, equidi) in stato di necessità. Infine, sono state realizzate due nuove aree destinate all’accoglienza di primati non umani dismessi da laboratori dove venivano utilizzati per la sperimentazione.

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