//   2 maggio 2016   // 0 Commenti

animali e divorzio

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Secondo alcune stime, dei circa 44 milioni di animali domestici presenti sul territorio nazionale, circa tre milioni sarebbero contesi fra i proprietari che si separano. Tra questi si contano: un milione di pesci,  450mila gatti e 500mila cani.  Nella maggior parte dei casi la strada intrapresa è quella dell’affidamento condiviso.

Con le separazioni, l’allontanamento di un familiare provoca nel cane e nel gatto un trauma, perché determina la perdita di un punto di riferimento importante, al quale dare e dal quale ricevere attenzioni, affetto e amore. Per ridurre al minimo tale impatto emotivo occorre non alterare la routine quotidiana dell’animale e non incorrere in inversioni di gerarchia che potrebbero provocare confusione, stress e ansia.

Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, commentando il caso di una coppia di quarantenni di Pavia che, in sede di separazione consensuale, si sono preoccupati di definire nel dettaglio il trattamento da riservare alla golden retriever Lulù, 4 anni, affezionata ad entrambi, ha dichiarato: “L’assegno di mantenimento per il cane o per il gatto non è ancora la regola generale, in caso di separazione tra coniugi che hanno condiviso l’affetto per un animale domestico, ma bisogna individuare dei criteri, come ho fatto in una mia proposta di legge, per evitare che gli animali siano penalizzati quando la coppia scoppia”.

L’Italia, però, non è al passo con l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, in quanto considera ancora gli animali come oggetti, sebbene siano stati presentati ben cinquanta proposte di legge ispirate al principio che gli animali debbano essere riconosciuti come esseri senzienti e quindi soggetti portatori di diritti.

Conclude la Brambilla: “Nel progetto di legge che ho depositato alla Camera, concernente l’affido degli animali di affezione in caso di separazione dei coniugi) per regolare una materia che può diventare motivo di scontro, con pregiudizio per l’incolpevole quattro zampe. Secondo il testo proposto, in mancanza di un accordo, il giudice, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, la prole, se presente, e, se del caso, esperti del comportamento animale, attribuisce l’affido, esclusivo o condiviso, alla parte in grado di garantire il maggior benessere dell’animale”.


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