Non piacciono ad alcuni padroni di cani i vecchi cartelli che da anni sono affissi fuori dai parchi comunali e che vietano l’ingresso ai loro amici a quattro zampe. Un divieto considerato desueto e non più in linea con la legislazione nazionale e regionale che sta aprendo sempre più le strutture pubbliche all’ingresso degli animali.

Un tema caldo, quello della gestione dei cani nel Comune di Villa Carcina, che negli anni ha prodotto varie polemiche su più temi: questa è l’ultima in ordine di tempo. Solo un anno fa, infatti, l’Amministrazione era stata costretta ad aumentare il numero di raccoglitori lungo la ciclopedonale per far fronte alle tante deiezioni canine lasciate per strada da parte di padroni maleducati.

«Sicuramente sono cartelli vecchi – lamentano alcuni padroni – perché le leggi regionali ora permettono l’ingresso con i cani addirittura negli ospedali. Sarebbe una cosa assurda vietarci di poter giocare con il nostro animale in un parco pubblico.

Sul punto cerca di fare chiarezza l’Amministrazione: «I cani posso entrare in tutti i parchi – chiarisce l’assessore Stefano Colosio – purché con museruola, guinzaglio e solo nei percorsi stabiliti. È necessario bilanciare le esigenze dei padroni anche con quelle, ad esempio, dei genitori, che non si sentono sicuri ad avere degli animali liberi, o, peggio, delle deiezioni canine nelle zone dove giocano i loro bambini.

«Se si vuole far giocare il proprio animale – continua l’assessore – ci sono i luoghi adibiti. Siamo stati i primi in Valle a creare un’area come quella di Pregno, dove chiunque può portare il proprio cane e lasciarlo libero di giocare sotto la supervisione di volontari preparati. È inoltre l’unico spazio in provincia con una piscina dedicata agli animali e uno spazio al caldo per i mesi invernali».

Soluzione che non soddisfa però molti padroni, che preferirebbero far giocare il proprio animale in uno spazio più verde e in libertà, come il parco di Villa Glisenti. «È sempre una questione di educazione – conclude l’assessore -. Molte persone non sanno gestire il proprio cane. Per questo, in collaborazione con l’associazione Amici di Laika, abbiamo attivato vari progetti, soprattutto educativi e rivolti ai bambini: se tutti fossero più educati e raccogliessero le deiezioni, forse non sarebbe necessario porre questi limiti».

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