Aosta – Simone Villani, ventinovenne aostano, ed il suo cane Trouble hanno raggiunto anche il settimo posto agli Europei. “Se fatto bene è uno sport che migliora la sua salute ed la vita di tutti i giorni. Quando prendo i dischi Trouble si illumina”

“E pensare che avevo paura dei cani…”. Da allora di tempo ne è passato, e Simone Villani, ventinovenne aostano, ha dedicato la sua vita sportiva proprio ai cani, classificandosi terzo ai campionati italiani distance di Disc Dog, conclusisi poche settimane fa, settimo agli Europei UFO e ottavo agli Europei USDDN di Tarragona a fine agosto, sempre in distance.

La storia della nascita di questo sport è particolarmente rocambolesca e romanzesca: negli anni 70 Alex Stein, giovane americano, invade in diretta TV il campo durante una partita di baseball insieme al suo cane Ashley Whippet per giocare a frisbee con lei. Stein viene arrestato ed il suo cane sequestrato; una volta rilasciati entrambi, Stein dà il via alle competizioni e ad una federazione (AWI), che resiste tutt’oggi. La questione delle federazioni non è semplicissima: “Ci sono quattro federazioni internazionali principali, ognuna con un suo proprio regolamento: la SkyHoundz, la UFO, l’AWI e la USDDN”, mi spiega Villani. “I Mondiali si tengono in USA ogni anno, ma è difficile che gli europei vadano a competere: è uno sport povero, i viaggi sono dispendiosi e faticosi soprattutto per il cane. Ogni due anni, però, un Mondiale si tiene in Europa, e nel 2018 ci saranno i Mondiali UFO in Olanda: spero di riuscire ad ottenere la qualificazione. Quest’anno ci saranno anche gli Europei UFO in Svizzera e quelli USDDN in Slovacchia, a cui conto di partecipare”.

In Italia si è assistito ad una grossa crescita di questo sport da quattro o cinque anni a questa parte, e nell’ultimo anno i garisti sono stati quasi 500, con Villani (che è anche giudice), appunto, terzo classificato. A prescindere dalle federazioni, le tipologie di competizioni sono fondamentalmente due: le gare distance e le gare freestyle. Nel distance, il conduttore lancia un disco al cane, che deve prenderlo al volo e riportarlo al padrone; nel limite di tempo prestabilito si contano i punteggi in base alle aree di distanza. Il freestyle, invece, consiste in una coreografia con base musicale ed un numero variabile di dischi.

“Il mio cane si chiama Trouble [problema, fonte di guai in inglese, ndr], ed il nome è tutto un programma”, scherza Simone. “È un border collie femmina di due anni e mezzo, un cane molto vivace. Il Disc Dog riprende uno dei giochi che si fanno generalmente con i cani, ossia lanciare loro un frisbee e farselo riportare, ma in maniera strutturata e con regole ben precise. Ci vuole però preparazione, intesa sia come preparazione fisica del cane che come preparazione del conduttore nei lanci, perché se no si rischia di far male all’animale”. I cani, infatti, diventano come degli atleti, e bisogna fare attenzione alle sedute di allenamento, all’alimentazione e a tanti altri fattori, sempre tenendo in mente che per loro deve rimanere un gioco: “Sta al padrone avere la sensibilità di capire quando si sta andando oltre. Bisogna rimanere sempre al di sotto del limite e non forzare il cane, non portarlo a condizioni di stress. Se fatto bene, seguiti da un istruttore vero e senza improvvisarsi tale, questo sport è un toccasana per il benessere del cane: si sfoga, è appagato, stanco, e con il padrone si instaura un rapporto magnifico che ha ripercussioni positive nella vita di tutti i giorni. Anche a livello comportamentale, portandola a fare le gare ed abituandola a stare in mezzo alle persone e ad altri cani, sono sempre molto tranquillo quando andiamo a fare le passeggiate. In allenamento proviamo qualche lancio o qualche figura, pochi minuti fatti bene, e poi giochiamo a quello che più le piace. Anzi, spesso sono io a dover dire “basta” a Trouble”. La sua border collie è ancora giovane, ed è per ora più forte nel distance che nel freestyle, perché lì bisogna aspettare il pieno sviluppo fisico del cane per poter proporre salti diversi: in linea di massima, tra i 4 ed i 6 anni i cani danno il meglio di sé, poi verso i 7-9 anni li si ritira dalle competizioni, pur continuando a giocare con loro in modo meno stressante per il fisico.  

Villani ha conosciuto questo sport nel 2014, grazie ad un educatore ed istruttore di Biella, Riccardo Gaido, che ogni settimana viene in uno dei due campi della ASD Unlimited (Barone Canavese o Saint-Marcel, in un’area messa a disposizione dal Comune e recintata dall’associazione) per allenare i 5 o 6 valdostani che si dedicano a questo sport in maniera più strutturata. Il tutto si basa sul rinforzo positivo, ossia non si sgrida il cane se sbaglia, ma lo si premia quando fa bene qualcosa. Per il giovane aostano “La speranza ovviamente è che il movimento possa crescere sempre più anche in Valle d’Aosta”.

“La cosa più bella”, conclude Villani, “è l’espressione di Trouble quando tiro fuori i dischi: per lei è il paradiso”.

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