«Le linee guida del ministero parlano chiaro: ogni animale di affezione, cane o gatto che sia, deve poter essere identificato con un transponder o con un microchip. Ecco perché da settembre partiremo con una campagna informativa per promuovere la “chippatura” dei gatti». Al canile-gattile di Rovereto – gestito dall’associazione Arcadia che fa capo a Pierluigi Raffo, ci si sta dunque attrezzando a promuovere questo tipo di intervento che è ancora poco diffuso. Vuoi perché i mici spesso se ne stanno in casa, vuoi perché non se ne sa molto sull’argomento, fatto sta che la stragrande maggioranza dei gatti non ha alcun dato identificativo. «E invece – spiega una volontaria della struttura – è essenziale che ogni animale abbia la sua “carta d’identità”». A onor del vero va detto che non si tratta di un atto obbligatorio, questo è almeno quello che viene ribadito al servizio veterinario provinciale, ma che è comunque molto utile.

Al gattile di Marco dall’inizio dell’anno sono arrivati 253 mici. Di questi, 150 circa sono stati dati in adozione, una cinquantina sono stati chippati e sterilizzati e rimessi in colonia, e gli altri sono tuttora adottabili. Molti di questi sono però cuccioli e si deve aspettare circa 90 giorni (la legge prevede 60) perché siano tolti alla mamma e dati adozione. A gestire gli animali, anche la continua collaborazione con l’associazione «Le fusa» di Rovereto. Nel gattile di Marco c’è anche una cucciolata sfuggita alla morte per un soffio: un uomo stava passando il tagliaerba nell’erba abbastanza alta, quando si è accorto che nascosti c’erano questi gattini: subito si è fermato e ha chiamato i volontari dell’Arcadia. Questi si sono presi in carico i gattini (alcuni avevano qualche ferita alla coda e alle zampine, che è stata suturata), hanno recuperato la mamma, e ora la famiglia è riunita in attesa di nuovi padroni.

Ogni giorno arrivano nuovi animali. Solo un paio di settimane fa sono stati trovati undici gattini nella zona di Ala, che vagavano senza chip: anche loro sono stati curati e chippati. «Per la sterilizzazione, se gli animali sono giovani, se ne prende carico il padrone, noi gli diamo un buono per farla – spiega ancora una volontaria – questo perché è un evento stressante ed è giusto che venga fatto in un ambiente familiare».  Ogni chippatura, che si fa in ambulatorio dal veterinario, costa dai 20 ai 30 euro, ma se si partecipa alla campagna promossa dal gattile di Rovereto, il costo viene «offerto» dall’associazione. «Il contributo del Comune – spiega Raffo – copre circa il 40 per cento del budget, e noi ci impegniamo a recuperare il resto grazie al nostro lavoro, con i corsi e le certificazioni: poi reinvestiamo parte del denaro recuperato anche in campagne come questa».

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