3 gennaio 2016

 Il punto di partenza era un villaggio del Sud Est asiatico. Diciottomila anni più tardi si diffuse anche altrove. In Europa arrivò 10.000 anni fa e successivamente sbarcò in America. I risultati di uno studio internazionale sul Dna di 58 specie, dai lupi ai cani selvatici

Roma, 3 gennaio 2016  – Qualche piccolo villaggio del Sud-Est asiatico, 33.000 anni fa: è da lì che inizia il lungo viaggio dei cani al fianco dell’uomo, che li ha portati a toccare ogni punto del globo. A ricostruirlo è uno studio internazionale guidato da Ya-Ping Zhang, dell’Accademia cinese delle scienze, pubblicato sulla rivista Cell Research, ottenuto analizzando il Dna di 58 specie, dai lupi ai cani selvatici, fino a quelli della Nigeria e gli Husky siberiani. L’idea che i moderni cani siano il frutto dell’addomesticamento di specie selvatiche simili ai lupi è ormai accettata praticamente da tutti. Ma dove e quando tutto questo sia avvenuto, è ancora fonte di dibattito. Secondo recenti studi, ciò sarebbe avvenuto nel Medio Oriente. Ma tracciando una vasta mappa genetica di moltissime specie diverse, il gruppo di ricercatori internazionali ha scoperto che il tutto avvenne ben 33mila anni fa, in qualche sperduto villaggio del Sud-Est asiatico.

A partire da questa regione, 18 mila anni più tardi il cane iniziò a diffondersi anche altrove, quasi certamente al seguito dell’uomo. Spinto da condizioni climatiche favorevoli, dovute al ritiro dei ghiacci, questo fedele compagno dell’uomo trovò diffusione anche in Europa 10.000 anni fa, per poi raggiungere il continente americano. 
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