mangimiLe stime sono state presentate oggi a Roma da Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici , nel settantesimo anno dalla fondazione.
Nel 2015 la produzione italiana di mangimi destinati all’allevamento zootecnico supera con convinzione la soglia dei 14 milioni di tonnellate (14.286.000 tonnate) con un aumento dello 1,4% rispetto all’anno precedente (14.090.000 di tonnellate nel 2014).

I dati del comparto – I principali indicatori economici del settore mostrano una crescita della produzione industriale, che riflette in qualche modo il timido tentativo di ripresa dell’economia italiana.
Nel 2015 il mercato degli alimenti zootecnici in Italia ha prodotto un valore di 5,9 miliardi di euro (nel 2014 era 6,36 miliardi di euro), con un’evidente riduzione del fatturato complessivo da attribuire alla forte riduzione dei prezzi delle principali materie prime agricole, in particolare cereali e derivati proteici.
I prezzi alla produzione hanno fatto registrare una diminuzione del 9% rispetto al 2014. Continua ad aumentare invece il costo del lavoro: +1,3% nel 2015. La riduzione del fatturato non ha avuto riflesso alcuno sui livelli occupazionali che si mantengono sui valori degli anni precedenti: l’industria mangimistica italiana impiega complessivamente 8.500 addetti circa, escluso l’indotto. Si assottiglia infine il saldo commerciale negativo tra import e export: – 205 milioni di euro nel 2015, in sensibile miglioramento rispetto al 2014 (-294), grazie all’aumento di oltre il 20% delle esportazioni.

Segno meno per i bovini- La leggera crescita del settore mangimistico, in un contesto economico oscillante, va imputata al comparto avicolo che raggiunge livelli di produzione record con oltre 6milioni di tonnellate, trainati dagli alimenti per polli e da quelli per le galline ovaiole. Importante segno più per i suini, che pur in un momento di difficoltà di questo comparto, superano le 3,4 milioni di tonnellate complessive di mangime prodotto. Risultati positivi dei mangimi per gli ovini e per i pesci, che testimonia l’alto potenziale di crescita del settore dell’acquacoltura.
Continua il segno meno nel comparto dei mangimi per i bovini con oltre 100mila tonnellate in meno rispetto al 2014. La riduzione è da imputare essenzialmente alla contrazione della domanda di mangimi destinati ai bovini da latte.
“La mangimistica italiana si conferma all’avanguardia per capacità di produzione e qualità di prodotto – afferma Alberto Allodi, presidente di Assalzoo – e ciò avviene nonostante una dipendenza cronica dall’approvvigionamento di materie prime d’importazione. La produzione agricola italiana non è infatti strutturalmente in grado di coprire l’intero fabbisogno necessario al comparto dell’alimentazione animale”.
“Altra nota importante – continua Allodi – sta nella capacità dell’industria mangimistica di mantenere i livelli di occupazione, pur in un contesto economico difficile. Si tratta di uno sforzo dei mangimisti, come dimostra il dato sul fatturato, che garantisce stabilità all’intera filiera zootecnica”.

pdfTABELLA_DATI_NEL_COMUNICATO_ASSALZOO.pdf66.49 KB

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