Mercoledì, 18 Novembre 2015 16:57

polliallevamentoPubblicati i risultati nazionali del primo anno di attuazione del sistema armonizzato di controllo ufficiale sulla resistenza agli antimicrobici previsto dalla Commissione Europea.
La Decisione 2013/652/UE–  prevedendo l’obbligatorietà del monitoraggio dei principali agenti zoonosici e commensali- ha reso il monitoraggio della resistenza agli antimicrobici, nella produzione primaria e lungo la catena alimentare, più rappresentativo ed affidabile rispetto agli anni precedenti. La Relazione pubblicata dal Ministero della Salute condivide i risultati, riferiti all’anno 2014, con tutti gli attori coinvolti nel fenomeno della resistenza antimicrobica (Autorità competenti, medici veterinari, associazioni di categoria, ecc.) nel settore avicolo; l’obiettivo è di permetterne una piena conoscenza (tendenze e fonti) e fornire alle autorità decisionali informazioni necessarie per la sua gestione, controllo e prevenzione e per l’impostazione di efficaci strategie per un uso razionale e “prudente” degli antimicrobici.  Ulteriore obiettivo della Relazione è anche di individuare particolari situazioni di criticità al fine di permetterne il superamento e favorire il miglioramento del monitoraggio della resistenza antimicrobica.

I risultati del monitoraggio– Per l’anno 2014, sono stati prelevati n. 1.271 campioni di intestino cieco. Il totale del numero di campioni di intestino cieco raccolti è risultato inferiore del 31,3% rispetto al numero totale programmato dal Ministero (n. 1.851) e del 25,2% rispetto a quello raccomandato dalla Commissione europea (n. 1.700). Ciò nonostante, è stato sufficiente ad ottenere la numerosità minima attesa di isolati (n. 170) da sottoporre a test di sensibilità antimicrobica per i polli da carne e una valutazione della prevalenza di AMR, con un’accuratezza sufficiente, per i tacchini da ingrasso (n. 156). Sono risultati idonei alle analisi n. 1.267 campioni di
intestino cieco sottoposti ad isolamento con i seguenti risultati:
• polli da carne (n. 709 campioni) – 12,69% di positività a Salmonella spp., 40,34% di positività a Campylobacter jejuni e 34,98% a Campylobacter coli, 95,40% positivi a E.coli5;
• tacchini da ingrasso (n. 558 campioni) – 26,16% di positività a Salmonella spp., 27,96% di positività a Campylobacter jejuni e 72,58% a Campylobacter coli, 93,95% positivi a E.coli;
• alte contaminazioni da E. coli produttori di ESBL/ AmpC (81,33% dei campioni provenienti da gruppi di polli da carne esaminati e 74,67% dei tacchini da ingrasso).
Complessivamente, il monitoraggio dell’antimicrobico-resistenza nella produzione primaria avicola, ha mostrato elevati tassi di multi-resistenza sia in isolati di E. coli che di Salmonella spp. ma nessuna resistenza ai carbapenemi.

Azioni future– Dall’analisi dei dati presentati risulta necessario rafforzare le azioni già in essere e intraprendere nuove iniziative per ridurre ulteriormente la pressione selettiva esercitata dall’uso dei vari agenti antimicrobici e contenere, quindi, il rischio crescente della resistenza.
Pertanto, sarebbe necessario:
• integrare il sistema di sorveglianza/monitoraggio con i dati provenienti anche dai controlli sui mangimi;
• rafforzare il monitoraggio di batteri provenienti dagli alimenti di origine animale prelevati in differenti fasi della catena alimentare (macello, dettaglio);
• migliorare la cooperazione con le autorità/organismi competenti in materia di sanità animale al fine di condividere le strategie di riduzione dell’uso di agenti antimicrobici, tra le quali è prioritario il miglioramento della salute e del benessere animale (protocolli di profilassi e di igiene, misure di biosicurezza);
• monitorare il consumo degli agenti antimicrobici veterinari lungo l’intera filiera.

Partendo da un dato di consumo di antimicrobici – calcolato nel periodo 2011-2013 -di circa il 18% (dato stimato UNAITALIA ) del venduto nazionale rispetto al dato ESVAC, la Relazioni ministeriale ricorda che il Piano nazionale per l’uso responsabile del medicinale veterinario e per la lotta all’AMR (Antimicrobial Resistance), si prefigge di applicare tutti gli strumenti per sviluppare e consolidare un approccio preventivo che riduca, grazie al rispetto delle biosicurezze, del benessere animale, di programmi di aggiornamento formativo continuo degli operatori della filiera (allevatori, mangimisti, veterinari) e di campagne di vaccinazioni, il ricorso alle terapie farmacologiche con antimicrobici.
L’obiettivo fissato è la riduzione del consumo totale di antimicrobici del 15% nel 2015 e del 40% nel triennio successivo.
Il Piano è stato sviluppato, su base volontaria, in collaborazione con l’Unione Nazionale Filiere Agro-Alimentari Carne e Uova (UNAITALIA).

Una filiera integrata come quella avicola, dall’allevamento fino alla distribuzione e alla vendita, passando per la riproduzione (incubazione) e per il mangimificio, permetterà l’applicazione degli indirizzi e delle decisioni riportate nel Piano e di ottenere dei risultati visibili nella lotta all’AMR.

La Relazione viene diffusa nella Giornata Europea sull’Antibiotico-resistenza che da quest’anno, per la prima volta,  si inserisce all’interno della “Settimana mondiale per l’uso prudente di antibiotici” (First World Antibiotic Awareness Week), lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nell’ambito di una campagna il cui slogan è “Antibiotics: handle with care”.

Su questo tema è nata, dunque, un’alleanza formale tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) che ha dato vita alla Settimana mondiale sull’antibiotico-resistenza, organizzata dall’OMS.

In concomitanza con tale iniziativa, il Ministero della salute ha pubblicato la prima Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali.

pdfRELAZIONE_MONITORAGGIO_SETTORE_AVICOLO.pdf950.32 KB

Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali (Settore Avicolo)

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