Chiamatela sindrome da abbandono, chiamatela ansia da separazione: stiamo parlando di una sindrome comportamentale che colpisce parecchi animali, abbandonati e non, e che può provocare notevole disagio alla convivenza.

L’ansia da separazione o sindrome dell’abbandono è una delle patologie comportamentali più diffuse nei cani. Inoltre è presente anche nel gatto, solo che tende ad essere un po’ sottostimata. Il problema dell’ansia da separazione è duplice: da una parte abbiamo un compagno di vita a quattro zampe che soffre di un disagio psicologico che lo fa star male. Dall’altra parte abbiamo un proprietario frustrato che si trova con la casa devastata e che deve cercare di mediare con i vicini di casa, a loro volta imbufaliti per, ad esempio, i latrati ininterrotti del cane.

Ansia da separazione: come riconoscerla

L’ansia da separazione vera e propria si manifesta quando il cane o il gatto vengono lasciati soli dal proprio umano. Molte persone sono convinte che solo gli animali abbandonati possano soffrire di sindrome da abbandono, ma non è così: anche cani e gatti cresciuti sempre a contatto con l’uomo, possono finire per manifestare questa patologia.

Perché l’ansia da separazione è una malattia comportamentale vera e propria. Ma come fare per riconoscere la sindrome da abbandono? Questi sono alcuni dei sintomi che dovrebbero mettervi in allarme:

  • il cane o il gatto piangono, e ululano, in continuazione e con tono alto quando uscite di casa;
  • comportamenti distruttivi: al ritorno potreste trovare tappeti stracciati, carta igienica srotolata per tutta casa, mobili e porte graffiati, mobili e oggetti rovesciati, ciotole ribaltate;
  • troverete anche urine e feci sparse per tutta casa, a volte soprattutto sui vostri oggetti personali, sul letto o sul divano. Nel caso dei gatti, è anche possibile trovare del vomito;
  • potrebbero poi esserci associati altri sintomi da stress o ansia (o anche da altre patologie comportamentali): leccamento esagerato con anche sviluppo di aree d’alopecia, comportamenti anomali (stereotipie, maneggio, cane che si morde la coda ruotando su se stesso…)

Rimedi per la sindrome da abbandono

Se si sospetta che il cane o il gatto soffra di ansia da separazione, la cosa migliore da fare sarebbe contattare un veterinario comportamentalista. Questo perché i sintomi della sindrome da abbandono possono essere comuni anche ad altre patologie comportamentali ed è importante individuare la patologia esatta per poter impostare una corretta terapia rieducativa.

Nell’attesa del consulto con lo specialista, potete mettere in atto alcuni rimedi per l’ansia da separazione. Prima di tutto, bisogna considerare che spesso l’ansia da separazione è legata a forme di iperattaccamento. Per un motivo o per l’altro, non siamo stati in grado di insegnare al cane il giusto distacco, non lo abbiamo reso indipendente e sicuro di sé. Per cui bisognerà risolvere anche questo problema.

In secondo luogo, possiamo mettere in atto diversi accorgimenti:

  • non salutare il cane quando si entra o esce da casa: salutare il cane in uscita promettendogli che “Torneremo presto”, serve solamente a trasmettere al cane la nostra ansia. Ignoriamo il cane, non facciamogli credere che la nostra uscita di casa sia un dramma. Stessa cosa quando rientriamo: cani che soffrono di ansia da separazione, di solito, tendono a fare troppe feste al ritorno, sono iper eccitati. Non premiamo questo comportamento: ignoriamo del tutto il cane finché si comporta così. Quando si sarà calmato e seduto, allora lo premieremo con lodi e bocconcini di cibo, in modo che capisca che deve comportarsi in maniera calma e tranquilla;
  • non sgridare il cane o il gatto quando si rientra a casa e si trova la casa devastata: se sgridate il cane o il gatto in questo frangente, non solo aumenterete i livelli di ansia e nervosismo in casa, ma insegnerete anche al vostro amico a quattro zampe a temere il vostro rientro a casa. La mente di cani e gatti lavora per associazione diretta e immediata: non riesce ad associare la distruzione fatta dieci minuti prima con la sgridata, bensì associa la sgridata all’ultima cosa accaduta, il vostro rientro a casa. Ignorate la devastazione, comportatevi tranquillamente e pulite quando non vi vedono;
  • attuare le false partenze: bisogna desensibilizzare il cane o il gatto. Quando siete a casa, di punto in bianco, a orari non costanti, mettete in atto tutte le mosse che fate di solito prima di uscire: alzatevi, prendete le chiavi, la borsa, il cappotto e dirigetevi verso la porta, sempre ignorando il vostro cane o gatto. Mettete la mano sulla maniglia della porta, poi toglietela e ridirigetevi in casa, rifacendo tutto al contrario. Quando vedrete che il vostro amico è tranquillo, uscite di casa e rientrate subito. Gradualmente aumenterete il tempo di persistenza fuori dalla porta: cercate di rientrare prima che il cane ricominci ad abbaiare o il gatto a miagolare

Possiamo poi cercare di migliorare ulteriormente la qualità di vita del cane o gatto:

  • nel caso del cane potremo attuare un piano che preveda di fare più passeggiate, aumentandone sia la frequenza che la durata. Inoltre si possono impostare sedute di educazione e si può insegnare al cane a fare giochi di ricerca, in modo da vivacizzare la sua giornata e da dargli qualcosa da fare. Si possono anche lasciare giochi educativi come il Kong;
  • parlando del gatto, invece, potremo cercare di standardizzare di più la sua giornata, inserendo una routine di gioco e arricchendo l’ambiente, in modo da soddisfare anche le sue esigenze psicologiche e etologiche

Cosa fare quando si pensa di adottare un cane

Se state pensando di adottare un cane, come prima cosa informatevi su come gestire un cane, sia esso un cane abbandonato o un esemplare proveniente da un allevatore/privato. È meglio, infatti, sapere prima cosa fare e cosa non fare quando si educa un cane, in modo da evitare di scatenare forme di iperattaccamento che poi possono sfociare in ansia da separazione vera e propria.

Successivamente, chiedete supporto a un educatore cinofilo, soprattutto nel caso in cui dobbiate adottare un cane da canile o con storie travagliate alle spalle. Un educatore cinofilo, infatti, potrà non solo aiutarvi ad inserire correttamente il cane in casa, ma potrà anche individuare i primi cenni di problemi comportamentali ed educativi, in modo da porvi rimedio prima che si fissino troppo.

Gatti in adozione, cosa fare

Con i gatti in adozione, potete comportarvi nello stesso modo. Dopo esservi informati su cosa fare e cosa non fare, magari cominciate ad applicare in casa gli appositi diffusori di ferormoni felini: anche se a voi sembrano non funzionare, lanciano messaggi tranquillizzanti per il gatto.

Se ci fossero problemi di comportamento, anche nel caso del gatto conviene rivolgersi a personale qualificato, per cercare di capire quale sia la problematica sottostante e come risolverla al meglio.

Quando si prende la decisione di prendere un animale in casa propria ci sono una serie di elementi da valutare prima di effettuare la scelta. Considerazioni che vanno fatte con un’ottica futura di lungo periodo e che devono essere vagliate accuratamente…

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Immagine di copertina: Shutterstock
Approfondimento: Purina

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