La denuncia di una donna ceca viene raccolta in sala d’aspetto anziché al primo piano del Commissariato perché i cani non possono salire. È ciò che è accaduto a una donna di 35 anni di Roma, non vedente che si è rivolta al Commissariato “Tuscolana”, quartiere Cinecittà, con il cane guida al guinzaglio. Se la norma limita la presenza degli animali, per i cani guida vigono altre regole . A prescindere da leggi e norme, dovrebbe prevalere sempre il buon senso. La denuncia della donna è stata raccolta da Il Fatto Quotidiano

“Lei, col cane. Non può salire. Le persone col cane aspettano giù”.
La donna, ipovedente dalla nascita e da oltre 15 anni accompagnata da cani guida non si capacita del trattamento. “Giro per Roma con il cane guida da anni e non mi era mai successo. Vada per il supermarket e il bar, ma la polizia che mi impedisce di entrare no, mai”. “Noi ciechi ci imbattiamo in mille difficoltà e prevaricazioni per le quali spesso dobbiamo affidarci alle forze dell’ordine e ora mi ritrovo a subire da voi lo stesso trattamento che mi riservano i pizzaioli, i parcheggiatori, i bagnini? Ma con che spirito posso affidarmi alla polizia se il trattamento e la conoscenza dei nostri diritti è questo?”. Le buone ragioni non servono a molto. Gli agenti, se pur imbarazzati, prenderanno la denuncia di smarrimento della carta di identità dopo un’ora di attesa e direttamente nella sala d’aspetto, alla presenza di altri cittadini in attesa, in barba alla privacy.

Un corpus di leggi tutela i diritti dei cechi in Italia, ma le associazioni di settore lamentano una scarsa applicazione delle norme

Teoricamente un disabile sensoriale col cane dovrebbe poter accedere ovunque senza limitazioni. Dal 1974 negli esercizi e uffici pubblici senza limitazioni, sui mezzi pubblici, taxi, hotel, ospedali, chiese, scuole etc… Nel 2006 è arrivata anche una legge che li tutela dalle discriminazioni. I principali comuni italiani hanno poi adottato ordinanze che esonerano i cani da lavoro dalla museruola, e Roma Capitale non fa eccezione. “L’incidente è chiuso, ma mi chiedo: se l’oggetto della denuncia non fosse stato un banale smarrimento di documenti? Ho anche pensato di denunciare loro perché non prendevano la mia denuncia. Ma è era davvero paradossale”. Anche perché la polizia si avvale di unità cinofile. Il suo sito istituzionale riporta in bella vista l’elenco dei cani “pensionati” da adottare, e tanti ce ne sono. Così HagbarII, bel pastore tedesco di colore nero del servizio antidroga, matricola 1898 deve uscire dalla Questura di Milano. Il bel labrador biondo che accompagna la signora Ada non può entrare in quella di Roma. Paradossi italiani, per chi li vuol vedere.

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